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Matteo Salvini e Giorgia Meloni, perché la Lega smentisce l'incontro segreto: M5s suda freddo

Davide Locano
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Un fugace incontro milanese tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni ha animato la giornata politica. I due leader smentiscono categoricamente di essersi visti sabato pomeriggio, ma quando i comunicati arrivano è troppo tardi. Qualche bocca ha già iniziato a dire che sì, i due si sono visti, anche se su cosa si siano detti nessuno scuce una sillaba. O quasi. Si sa, ad esempio, che l' incontro è stato definito «costruttivo» e che tra i temi toccati ci sarebbero stati «gli scenari futuri, dopo gli ultimi risultati elettorali in Ue e alle comunali». In più il faccia a faccia sarebbe servito a «rinsaldare i rapporti tra Lega e Fratelli d' Italia». Leggi anche: Salvini-Meloni, nuova strategia sulla Ue? SCONTRO RIENTRATO Anche solo l' incontro e la breve chiacchierata tra i due è di per sé una notizia. Durante l' ultima campagna elettorale, infatti, i rapporti tra Salvini e la Meloni si erano fatti tesi. Da un lato il Carroccio non aveva gradito le continue stilettate sul tema dell' immigrazione, con i richiami insistenti al blocco navale come unica soluzione per mettere fine agli sbarchi da navi e barchini fantasma. Dall' altra FdI non aveva gradito l' appoggio di Salvini alle spinte riformiste di Toti, letto come un chiaro tentativo di frenare la crescita di Fratelli d' Italia. A completare il quadro, infine, una serie di piccole tensioni locali nate dalle composizioni delle varie giunte comunali. Ora tutto sembra superato. Merito degli analisti che hanno detto chiaro e tondo ai due leader che non gli conviene farsi la guerra, perché lo spazio per crescere c' è ancora per entrambi. Anche per questo i rapporti nelle ultime settimane si sono fatti meno tesi. Del resto in chiave futura l' alleanza Lega-FdI sembra essere quella più gradita agli elettori di entrambi i partiti. Gli stessi che guardano con molta diffidenza a Forza Italia, almeno fino a quando gli azzurri non avranno deciso quale strada intraprendere e sopratutto con chi intraprenderla. Nonostante questo Salvini non romperà, almeno per il momento, con i Cinquestelle, farà la finanziaria e taglierà le tasse agli italiani. Matteo lo ha detto chiaro anche alla Meloni. Del resto mandare a casa il governo in questo momento non converrebbe a nessuno dei due. La linea dura sulla politica migratoria fa bene sia alla Lega sia a FdI, mentre continua a drenare voti al Movimento Cinquestelle, sempre più in difficoltà e sempre più orientato a spostarsi a sinistra. Il conto di Salvini è semplice: secondo una rilevazione della Swg il 31% di chi ha votato M5S si dichiara di centrosinistra, così il restante 69% resta terreno di caccia proprio per Lega e Fratelli d'Italia. Nel colloquio Salvini-Meloni, poi, si sarebbe parlato anche delle strategie da tenere in sede di Parlamento Europeo. Al momento la Lega è iscritta al gruppo sovranista di Democrazia e identità, mentre FdI ha scelto i Conservatori. Entrambi però non hanno i numeri per influire sulle grandi decisioni, come si è visto nelle scelte per il presidente della Commissione e per quello della Bce. Partendo da qui i due avrebbero deciso di infittire i rapporti tra le delegazioni europee, proprio per cercare strategie comuni che possano essere più incisive. ALTA TENSIONE E veniamo alle smentite. Dure, convinte, da entrambe le parti, ma come detto tardive. A chiudere sull' avvenuto incontro è stata soprattutto la Lega che, come detto, ha tutto l' interesse a non far entrare in fibrillazione i Cinquestelle e ieri la giornata, tra le accuse di Salvini ai grillini («sui migranti mi hanno lasciato solo») e quelle dei Cinquestelle al leader della Lega («si sente Maradona, ma è un Higuain fuori forma»), era già così ricca di tensioni che non ci sarebbe stato bisogno di gettare altra benzina sul fuoco. di Fabio Rubini

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