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Sea Watch, Matteo Orfini e Maurizio Martina multati per essere saliti a bordo: "Non è un Paese normale"

Davide Locano
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Multati per aver trasgredito la legge. Si parla dei piddini Matteo Orfini e Maurizio Martina, i quali sono stati sanzionati nelle ultime ore per un fatto che risale a mesi fa, quando salirono a bordo della Sea Watch 3 nonostante il blocco che era stato imposto. Tutto normale, ma non per loro. Non a caso, su Facebook, Orfini scrive: "In questo Paese accadono cose inquietanti che non possiamo rassegnarci a considerare normali". Il piddino, nella mattinata di oggi, martedì 9 luglio, a Siracusa ha chiesto, assieme a Maurizio Martina, di essere ascoltato dalla Capitaneria di Porto, per ricordare che "a gennaio salimmo sulla Sea Watch 3 bloccata dal governo al largo di Siracusa. E fummo denunciati per questo. Violazione dell'articolo 650 del codice penale. L'accusa è di aver disobbedito a un divieto di avvicinamento alla nave. E mesi dopo siamo stati multati. L'accusa è di non aver osservato le norme di polizia relative alla libera pratica sanitaria", sottolinea Leggi anche: Sea Watch 3, Carola Rackete salvata anche dagli avvocati "Peccato - prosegue nel suo intervento - che le cose non andarono così. Prima di salire incontrammo in prefettura prefetto e comandante della capitaneria ai quali notificammo la nostra intenzione di salire per verificare le condizioni della nave. Esercitando così le nostre prerogative parlamentari di sindacato ispettivo. Fummo autorizzati, tanto che le istituzioni in questione ci aiutarono a organizzare la logistica del breve tragitto di avvicinamento alla nave e comunicarono alla Sea Watch che eravamo autorizzati a salire a bordo". E ancora: "Al ritorno a terra fummo denunciati. Da quelle stesse istituzioni che ci avevano autorizzato a salire a bordo. Ovviamente - conclude il deputato Pd - dichiarammo subito che, a differenza di Matteo Salvini, qualora si fosse arrivati a processo avremmo rinunciato all'immunità. Ma soprattutto iniziammo con i nostri legali a costruire una memoria difensiva che non solo è servita a smontare le accuse, ma ha evidenziato un fatto molto grave: qualcuno ha scelto di denunciare dei parlamentari di opposizione che nel pieno rispetto della legge stavano semplicemente facendo il loro lavoro. E quel qualcuno sono corpi dello stato che rispondono al governo. Non sappiamo chi abbia dato l'ordine e perché, ma vogliamo capirlo. A noi non interessa semplicemente il riconoscimento della liceità del nostro operato, che siamo certi arriverà. A noi interessa capire cosa è accaduto, perchè non è normale. Almeno non lo è in uno stato di diritto", conclude.

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