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Alfonso Bonafede, l'elogio di Matteo Salvini: immigrati e magistrati, ha ragione su tutto

Davide Locano
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Il contesto è quello della buvette a Montecitorio, semideserta, dove si palesa Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia, probabilmente il più fedele tra i fedelissimi di Luigi Di Maio. Ad intercettarlo c'è Augusto Minzolini, che riporta quanto detto dal Guardasigilli in un retroscena su Il Giornale. Davanti a un cornetto, il grillino si sbottona: "Io non capisco chi continua a polemizzare con Salvini sul tema immigrazione. Chi lo fa non comprende che sul problema la percezione che c'è nel Paese è tutt'altra". E ancora, aggiunge Bonafede: "Le varie Carola di turno avranno pure i loro momenti di gloria, ma intanto Salvini vede crescere i suoi consensi. La verità è che chi non condivide l'impostazione del ministro dell'Interno dovrebbe far un lavoro culturale sul Paese... E magari tra dieci anni...". Insomma, anche il mite Bonafede sta con Salvini e sposa la sua politica sull'immigrazione, almeno stando a quanto riferito da Minzolini. Leggi anche: "Sai farli tacere?", la Maglie affonda Bonafede Ma non solo. Il Guardasigilli confida di non avere un'impostazione troppo differente rispetto al ministro degli Interni per quel che concerne il rapporto tra giustizia e politica: "Il rapporto tra questi due mondi deve essere regolato da norme rigide. Ad esempio - prosegue Bonafede -, io sono del parere che non solo il magistrato che viene eletto in Parlamento non dovrebbe tornare in magistratura, ma addirittura chi si candida. Così ognuno si farà i suoi conti prima di fare un passo del genere. La verità - prosegue il grillino - è che da noi si enunciano principi del tipo 'un magistrato non solo deve essere imparziale, ma apparire tale', ma poi questi principi rischiano di non essere praticati", conclude. Un trionfo su tutta la linea, per Salvini.

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