Non solo il tempismo

Lega, audio rubato a Savoini in Russia: cosa non torna. Trappola maldestra anti-Salvini dei magistrati?

Caterina Spinelli

L'affaire Metropol, a causa del quale la Lega è indagata dalla Procura di Milano per "finanziamenti illeciti" che si suppone potessero essere arrivati dalla Russia, sembra essere stata progettata ad hoc. A rafforzare l'ipotesi sostenuta anche da Matteo Salvini (da sempre convinto di essere "estraneo ai fatti") ci sono sicuramente le tempistiche. Non solo però. Come riferisce Il Giornale, i dubbi sorgono soprattutto su come un'intercettazione ambientale acquisita da inquirenti inviati in missione a Mosca, senza mandato della magistratura, possa acquisire dignità di prova giudiziaria. Per comprendere meglio tutto questo, serve seguire il filone di tre date rilevanti. La prima è quella del 18 ottobre 2018 quando Gianluca Savoini incontra i suoi interlocutori russi e italiani nella hall dell'Hotel Metropol di Mosca. La seconda è quella del 24 febbraio quando il settimanale L'Espresso pubblica in anteprima il capitolo de Il Libro Nero della Lega in cui gli autori Giovanni Tizian e Stefano Vergine presentano lo scoop realizzato in Russia. E infine, la terza, quella di giovedì 11 luglio quando BuzzFeed - sito famoso negli Usa per le false indagini sul Russiagate - pubblica la registrazione e la trascrizione dei colloqui del Metropol.  La data del 18 ottobre, o meglio, quello che avviene quel giorno, è il più pesante degli indizi per chi sostiene che si tratti di una trappola programmata da tempo contro il Carroccio. Casualmente, a Mosca è presente anche il giornalista Tizian, che ammette di essere arrivato in Russia assieme a Vergini proprio per un preciso scopo: indagare sui soldi della Lega. In quell'occasione però ha ottenuto indicazioni da una fonte riservata. Così quel giorno Tizian si presenta nella hall del Metropol almeno un'ora prima dell'inizio dell'incontro e fotografa Savoini, ancora solo ad un tavolo in attesa dei suoi interlocutori. Non a caso - prosegue il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti - nell'anteprima dall'Espresso del 24 febbraio ricostruisce esattamente le mosse di un Matteo Salvini arrivato a Mosca, alla vigilia dei colloqui del Metropol, per partecipare ad un convegno organizzato da Confidustria al Lotte Hotel. Subito dopo il convegno, secondo il resoconto di Tizian e Vergine, Salvini incontra "in gran segreto un personaggio di spicco del Cremlino: il vicepremier Dmitry Kozak, delegato agli affari energetici, uomo della stretta cerchia di Putin. L'incontro è avvenuto nell'ufficio di Vladimir Pligin, un noto avvocato moscovita legato a Kozak, il cui studio si trova al numero 43 di Sivtsev Vrazhek". Tizian non dice di aver seguito il capo della Lega. Quindi le sue mosse gli sono state riferite da qualcuno incaricato di tenere sotto controllo le azione del gruppo leghista. Leggi anche: Fondi russi e Savoini: Ghisleri: "Nessun danno per Salvini" Ma i dubbi non finiscono qui: risulta inverosimile la precisione con cui Tizian e Vergine, pur non disponendo di una registrazione che altrimenti avrebbero pubblicato sul sito dell'Espresso già a febbraio, ricostruiscono passo dopo passo le fasi della discussione. Anzi, ancora meglio: il riepilogo dell'introduzione politica ai colloqui del Metropol svolta da Savoini e offertaci già a febbraio dai due giornalisti sembra la trascrizione esatta di quella ascoltata cinque mesi dopo su Buzzfeed. Escludendo l'ipotesi che si possano essere avvicinati al tavolo di discussione, i giornalisti devono aver ottenuto il nastro senza però poterlo trattenere o utilizzare. Come mai? Perché evidentemente la presenza dell'intercettazione ambientale avrebbe fatto trapelare la presenza di un regista con finalità ben diverse da quelle giornalistiche, che avrebbe voluto incastrare la Lega con una compravendita di kerosene mai realizzatasi.