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Matteo Renzi: " L'idea di un'alleanza con i Cinque Stelle non è un colpo di genio: è un colpo di sole"

Caterina Spinelli
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"Qualcuno dei nostri forse vorrebbe provarci davvero. Ma l'idea di un'alleanza con i Cinque Stelle non è un colpo di genio: è un colpo di sole". Matteo Renzi non ha dubbi su quella che si sta prefigurando come un'asse M5s-Pd, ossia un "Conte bis", nonostante tra i dem nessuno è disposto ad ammettere approcci con i pentastellati. "Qualcuno può davvero pensare che si possa trovare un'intesa con Di Maio, Taverna, Toninelli? E con quali voti? Non certo con i nostri" gli fa eco il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci. Il Pd e, soprattutto, il Movimento 5 Stelle, stanno approfittando degli attacchi contro la Lega (dopo il Russiagate) per accaparrarsi qualche consenso in più e meditare a un'alleanza in caso di elezioni. Lo stesso Giuseppe Conte - scrive Il Giornale - cammina tutto giulivo da quando può fare il premier senza essere scavalcato da un ministro dell'Interno più forte di lui. Non solo, Conte è convinto che, se la situazione precipitasse e il suo attuale governo saltasse, ne potrebbe rapidamente nascere un altro, con una maggioranza diversa ma con lui medesimo alla guida. Convinzione che pare avere solo lui.  Leggi anche: Salvini avverte Conte e Di Maio: "Altri tre no è qui cambia tutto" In casa renziana c'è però molto scetticismo: "Certo, dal congresso ad oggi la linea Maginot contro i Cinque Stelle si è progressivamente indebolita, nel partito", dice un dirigente molto vicino all'ex premier. "Ma al momento il vero rischio che vedo è che il Pd sia così co****ne da farsi usare da Di Maio per tenere al guinzaglio Salvini con la paura del secondo forno a sinistra. A meno che Conte, che fa improvvisamente il gradasso con la Lega, non abbia in mano qualcosa di così pesante da far saltare Salvini". Sul fronte grillino, dopo giorni di ammiccamenti col Pd (basta pensare alla difesa a spada tratta degli 80 euro di Renzi fatta da Di Maio) e di scelte comuni a livello Ue, con M5s che ha votato Sassoli alla presidenza di Strasburgo, ha ottenuto dal Pd un vicepresidente grillino e ha seguito i dem nel voto a favore di Ursula Von der Leyen. 

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