Vittorio Feltri, un consiglio a Matteo Salvini nel momento decisivo: "Perché ora serve calma e gesso"
Ogni pretesto non è buono per fare polemica politica. Sappiamo che il M5S e la Lega sono in lite da tempo e non si risparmiano colpi bassi, talmente bassi che chi li sferra rischia di amputarsi i piedi o almeno di azzopparsi. Del caso Siri non si parla più, giustamente, anche perché non si è compreso se costui abbia intascato o meno una tangente, per altro miserrima. Sarà necessario attendere l'esito della inchiesta. Per ora vincono i sospetti sulle certezze. Poi ci sono i rubli di Savoini, soldi russi che per ora nessuno ha rintracciato. Esistono o no? Già, saperlo. Nonostante la vaghezza delle accuse, si è scatenata una battaglia feroce contro Salvini, reo di aver "incassato" ultimamente un numero impressionante di consensi. Leggi anche: Vittorio Feltri: "Il popolo leghista non ne può più di Di Maio e grillini" Siamo quindi alla guerra dei bottoni, a una gara a chi spara la cazzata più grossa, specialità questa in cui eccellono sia i fetenti stellati che i loro compagni allo sbando del Partito democratico, che tanto democratico poi non è. Volano stracci a iosa e zero prove. I nemici accaniti di Salvini, a corto di argomenti per batterlo, hanno dato la stura alla fantasia e cavalcano congetture, ipotesi e supposizioni spacciandole per elementi solidi che di concreto hanno soltanto la bizzarria. Tutta questa panna montata è destinata ad afflosciarsi e don Matteo uscirà indenne dalla pugna, anzi ne sortirà rafforzato per una semplice ragione. Tutte le impalcature accusatorie si reggono su chiacchiere, difficili da verificare. Qualcuno ha invocato un dibattito parlamentare sulla questione dei quattrini che verrebbero dal freddo, come se ci fossero, invece non si trovano per cui non sono mai giunti in Italia. C'è poco da discutere e molto da immaginare, però con la sola immaginazione non si va molto lontano. Tra l'altro alla gente comune non importa nulla di faccende tanto nebulose, essa bada al sodo, mentre qui vi è soltanto materiale liquido, evanescente, che puzza lontano un miglio di falso. D'altronde Salvini, pur con tutti i suoi difetti, non ha commesso errori se non quello di non mandare a cantare Di Maio e la sua band per arrivare a nuove elezioni nazionali. Ammesso che di sbaglio si tratti, visto che i grillini non vedono l'ora di allearsi con i balordi di Zingaretti con i quali, rafforzati dai centristi residuali di Casini e company, avrebbero i numeri per una diversa maggioranza rispetto all'attuale. Che non dispiacerebbe a Mattarella, forse. Servono calma e gesso. Non può finire così male. di Vittorio Feltri