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Bruno Vespa contro il M5s: perché è sbagliato chiamare Matteo Salvini "traditore"

Davide Locano
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In molti, sia nel mondo della politica sia giornalisti e osservatori più o meno autorevoli, s'interrogano sul tempismo di Matteo Salvini: perché la crisi di governo proprio ora, a Ferragosto, e non per esempio due mesi fa dopo aver stravinto le elezioni Europee? Una risposta, fuori dal coro, la offre Bruno Vespa nel suo editoriale su Il Giorno di sabato 10 agosto. "Perché due mesi fa - sottolinea il conduttore di Porta a Porta - sarebbe stato uno strappo frutto soltanto del ribaltamento dei rapporti di forza, mentre il voto sul Tav ha certificato in Parlamento la fine della maggioranza gialloverde, dopo una serie di contrasti che mai s'erano visti nella pur tormentata storia repubblicana", rimarca Bruno Vespa. Insomma, nessun pretesto: crisi giusta e soprattutto giustificata. Dunque, Vespa sottolinea: "Nonostante il tentativo del M5s di tener fuori il governo dalla propria mozione, sarebbe stato difficile far sopravvivere il gabinetto alla smentita di una posizione del presidente del Consiglio da parte del partito di maggioranza che lo ha espresso". Semplicemente ineccepibile. Una lezione ai grillini, i quali vanno additando Salvini come responsabile della crisi, come "traditore dell'Italia" addirittura. No, semplicemente il M5s ha votato contro il suo stesso premier. Leggi anche: Piazza di Spagna, lezione di Bruno Vespa a Virginia Raggi

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