L'analisi di Renato Farina

Alessandro Di Battista, Renato Farina: "Lo Scroccone felice incombe, comunque vada per lui sarà un successo"

Cristina Agostini

È riapparso Alessandro Di Battista. Francamente, non eravamo preoccupati. È un uomo che sa arrangiarsi. Ha sempre un nido pronto dove covare le sue uova di allegro pavone. Al posto della Mondadori o del Fatto quotidiano, che in questi ultimi anni hanno mantenuto la sua scioperataggine, invece di chiedergli reportage di viaggio o riflessioni politiche, gli commissioneremmo un volume di quelli che vanno forte in America: come viaggiare gratis, vivere spensierati, e poi puntare con successo a un posto di ministro o come minimo di deputato. D' accordo il titolo è lungo, ricorda i film di Lina Wertmüller, ma la ricetta della felicità comporta tenere aperte molte prospettive, e il loro contrario. Con la Lega ma anche no. Con il Pd ma anche no. Andare al voto, ma anche no. 1X2, ma forse anche 3. Sembra esattamente il racconto della vita passata, presente e futura del nostro simpatico ragazzone. Ed è infatti proprio questo il contenuto geniale della scoperta politica fatta dal popolarissimo Dibba dopo giorni di meditazione trascendentale. «Il mio pensiero è questo, è la prima volta che scrivo da giorni», le dita infatti a un certo punto gli si sono mosse da sé, trascinate da una forza soprannaturale, come quelle dei medium: fenomeno paranormale di scrittura automatica come dai tempi di Gradoli e della seduta spiritica di Prodi non si aveva più notizia. Ed ecco egli non ci comunica una teoria o una ideologia, ma una "visione". Non a caso il nostro uomo era in procinto di partire per l' India probabilmente come reincarnazione di Sathya Sai Baba. Ha scritto due volte su Facebook la formula magica: «Ho visto porte spalancate». E chi ha da attraversarle per abbracciare la luce che non si spegne? Lui! Ci permettiamo infatti questa traduzione non autorizzata e un po' volgare di tutto questo rigirino psichedelico: comunque vada io, Dibba, poserò le mie chiappe sul burro. Il punto è che Di Battista ha pure ragione, ci inchiniamo alla sua scienza mistica da cervello in fuga da Samarcanda. Leggi anche: "Al Colle è scontro tra Mattarella e il suo braccio destro". Bisignani, la "manica lunga" e la spaccatura sul premier IL PREZZO SI ALZA - Analizziamo perciò con un certo tremore il suo testo inoltrato sui social, secondo due diverse chiavi di lettura, come fanno i biblisti con i meravigliosi affreschi dell' Apocalisse. La prima è quella letterale. La seconda è per gli iniziati o - per dirla con il lessico di Beppe Grillo - "gli Elevati". Scrive: «Tutti ci cercano», è l' attacco rossiniano da Barbiere di Siviglia. Grillini là, grillini qua, siamo i factotum della città. Dopo questa introduzione festosa, egli spiega che il fatto che tutti li vogliano, fa alzare il prezzo della prestazione da puttanoni della politica, è il mercato ragazzi. Da studioso di scuola serale di Niccolò Machiavelli: «Un potere del genere è essenziale sfruttarlo nell' esclusivo interesse dei cittadini. Ciò che penso nulla ha a che vedere con le ricostruzioni di giornalisti sempre più confusi».  Lui infatti è lucidissimo. Ecco la prima ipotesi: «Io sono convito che andando al voto adesso, presentandoci compatti e facendo una grande campagna elettorale, prenderemmo valanghe di consensi. Perché Salvini è molto più debole di quanto appaia e perché se si andasse al voto il Pd ci arriverebbe spaccato in 2,3 o 4 pezzi». Dunque sì al voto. Sembra facile. Non bisogna cascarci. Un favoloso «ciononostante», una parola che Di Maio gli invidia, prelude a una inversione ad U: «Ciononostante e lo dico da cittadino, non vorrei mai che la prossima legge di bilancio la scrivesse l' Unione Europea e tale rischio è altissimo votando a fine ottobre». Dunque no al voto. Con chi governare allora? Il Profeta ha due forni aperti: «Ho visto nuove aperture della Lega al Movimento e mi sembra una buona cosa. Soprattutto perché non mi dispiacerebbe un presidente del Consiglio del Movimento 5 stelle». Viva la Lega? Ma anche no. «Ho visto inoltre porte spalancate da parte del Pd. Zingaretti fa la parte di chi pone veti e condizioni ma in realtà ha il terrore che Renzi spacchi il Pd». Avanti Lega, avanti Pd, chi offre di più? La politica è un' asta di beneficenza dove chi incassa sono le 5 Stelle da marciapiede. «Alziamo enormemente la posta sulle nostre idee e soluzioni per il Paese. Via 345 parlamentari e via i Benetton dalle nostre autostrade. Chi ci sta? La vaghezza lasciamola ai professionisti del nulla assoluto. Il Movimento, proprio come ha fatto ieri Luigi, bada al sodo». Niente idealismi, sopravvivere e insaccocciare. In perfetta linea con il Beppe Grillo ultima versione. SEMPRE IN SELLA - Fin qui però siamo alla interpretazione testuale. Ma qual è la chiave di lettura per iniziati o elevati? È semplice. L' unico a cui qualunque cosa accada gli va da dio, è Di Battista. Win win. Se si fa il governo con il Pd, è ministro sicuro, magari agli Esteri. Lui si vede già farsi largo con il machete in Guatemala ad esempio, o portare arance in Cina come voleva Di Maio, offrendole ai Mandarini locali, che sono pur sempre agrumi. Se invece rientra in gioco la Lega, come minino si prende la Difesa, per dare una mano ai guerriglieri del Chapas. E se si vota? Dio non voglia, ipotesi minimalista, ma di sicuro che gli importa a Dibba? Non rischia certo di uscire dai giochi, e fresco come una rosa, dopo le vacanze da turista, si riaccomoda per cinque anni in Parlamento. Conclusioni amarissime. Comunque sia lo Scroccone Felice incombe sul nostro destino. Una delle ragioni per cui la morte non è poi quella brutta bestia che si dipinge. di Renato Farina