Stretta finale, verso Conte bis
Roma, 26 ago. (Adnkronos) - Oltre tre ore di faccia a faccia, per sciogliere gli ultimi nodi rimasti sul tavolo di una trattativa serrata. E' ancora in corso a Palazzo Chigi il confronto tra le delegazioni delle due forze politiche che si candidano a comporre la futura maggioranza, M5S e Pd. Da una parte il premier Giuseppe Conte e Luigi Di Maio; dall'altra il segretario dem Nicola Zingaretti e il suo vice Andrea Orlando. Quasi sciolto il nodo della premiership (si va verso una conferma di Conte alla guida dell'esecutivo), si ragiona sulle altre caselle ministeriali. Secondo fonti autorevoli non ci sarebbe un 'nodo' Di Maio, che nel governo uscente ha ricoperto il triplice ruolo di vicepremier, titolare del Mise e del ministero del Lavoro (e che negli ultimi 'totoministri' viene accreditato anche per dicasteri quali Difesa e Interno). "Ha carta bianca perché è lui che tratta", è il ragionamento che si fa in ambienti 5 Stelle. Tuttavia, nell'interlocuzione tra le due parti ci sono ancora alcuni scogli da superare e si continua a lavorare per limare l'accordo. Il segretario dem continua a invocare come un 'mantra' il tema della "discontinuità" nella composizione del prossimo esecutivo rispetto all'era gialloverde. Una discontinuità che passa per i contenuti, certo, ma anche per le persone. E che viene auspicata in queste ore non solo dal Partito democratico ma, a quanto apprende l'Adnkronos, anche da una fetta del gruppo parlamentare 5 Stelle. I riflettori sarebbero puntati su fedelissimi di Luigi Di Maio come Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro, rispettivamente ministro della Giustizia e dei Rapporti con il Parlamento, percepiti da una parte degli eletti come troppo legati all'era grillo-leghista, ormai al tramonto. Del resto, a chiedere un taglio netto col passato in vista del dialogo col Pd, nel corso dell'ultima assemblea congiunta, era stato il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra. "Dovranno esser ad eventuali tavoli i rappresentanti dei gruppi parlamentari, non chi c'è stato in occasione del tavolo con la Lega", aveva scandito Morra in quell'occasione. Per quanto riguarda invece le new entry del nuovo team 'giallorosso', in queste ore concitate iniziano a salire le quotazioni degli attuali capigruppo di Senato e Camera, Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli. A quanto si apprende da ambienti parlamentari dem, da parte del Nazareno si sarebbe avanzata la richiesta di un vicepremier unico: il vicesegretario Pd Orlando. Ipotesi ovviamente tutta da verificare nel confronto con i 5 Stelle. Ma comunque Orlando viene dato come presente nella squadra di governo. Come Paola De Micheli, Tommaso Nannicini, Roberto Morassut. Per la minoranza vengono avanzati i nomi di Lorenzo Guerini e Ettore Rosato o Andrea Marcucci. Non è ancora chiaro se potrà avere un ruolo anche l'ex premier Paolo Gentiloni. E anche l'Economia, ministero che sarà subito coinvolto nella legge di Bilancio, potrebbe essere affidata a un nome di peso, un nuovo Padoan per intendersi. In accordo, ovviamente, con il Quirinale. Sullo sfondo resta anche Antonio Misiani, molto vicino a Zingaretti. La Giustizia potrebbe andare a Pietro Grasso di Leu. Sul fronte grillino, lo stato maggiore M5S si è riunito nel pomeriggio in un appartamento del centro di Roma. Oltre al leader Luigi Di Maio erano al tavolo Davide Casaleggio, i ministri Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro, il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra, il sottosegretario Vito Crimi, i capigruppo Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli e il socio di Rousseau Massimo Bugani. Anche se non fisicamente, anche Alessandro Di Battista e Paola Taverna erano in qualche modo presenti alla riunione. L'ex parlamentare e la vicepresidente del Senato, in collegamento, hanno partecipato al confronto interno sulla trattativa con il Partito democratico per la formazione del nuovo governo.