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Luigi Di Maio alza la posta e chiede il Viminale, il renziano Bonifazi: "Per me si può tornare al voto"

Giulio Bucchi
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La situazione tra Pd e M5s precipita. Luigi Di Maio annulla il vertice con i dem previsto martedì alle 11 e si dice "stanco dei giochini", riferendosi ai dubbi sulla conferma del premier Giuseppe Conte. Ma la partita è un'altra. Secondo un retroscena di Repubblica, il leader grillino avrebbe chiesto per sé un posto da vicepremier e pure al Viminale, come ministro degli Interni in sostituzione dell'ex alleato Matteo Salvini. Leggi anche: "Stanco dei giochini". Di Maio, granata sull'inciucio: annullato il vertice delle 11 Anche un renziano Doc come Francesco Bonifazi, fedelissimo di Matteo Renzi e tra i più convinti sostenitori della trattativa (a costo di superare i veti sul Conte-bis), su Twitter alza le barricate: "Sono uno serio e responsabile - spiega il senatore ed ex tesoriere Pd -. Credo al governo istituzionale e mi va bene anche Conte. Ma se devo accettare Di Maio al Viminale per me si può andare a votare subito". Parole non esattamente distensive. E fonti del Nazareno rincarano la dose: "L'accordo rischia di saltare per le ambizioni personali di Di Maio". Dai 5 Stelle provano a sminare il campo: "Di Maio non ha mai chiesto il Viminale per il M5s. Prima per noi vengono i temi". Basterà? Sono uno serio e responsabile. Credo al Governo Istituzionale. E mi va bene anche Conte. Ma se devo accettare Di Maio al Viminale, per me si può andare a votare subito #CrisiDiGoverno— Francesco Bonifazi (@FrancescoBonif1) August 27, 2019

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