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Grillo, delirio sul Fatto Quotidiano: "I punti raddoppiano come alla Standa". Difesa pubblica dell'inciucio

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Caterina Spinelli
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Beppe Grillo accusa il figlioccio, Luigi Di Maio, "di incapacità di cogliere il bello intrinseco nel poter cambiare le cose". Inizia così la sua invettiva sul Fatto Quotidiano: "Pur dal suo ottusismo, Zinga rispondeva a una delle tre teste che parlavano nel messaggio: 'Mai dire mai, Beppe'. Tre teste, sì. Una rivolta a Luigi, inca***ta e ancora stupefatta per l'incapacità di cogliere il bello intrinseco nel poter cambiare le cose. Con i punti che raddoppiano come alla Standa". Leggi anche: Luigi Di Maio propone Dibba alle Politiche europee: l'ultima follia grillina E ancora: "L'altra testa era rivolta a tutto il mondo, che sa soltanto spettegolare malignamente, trattenuto della serra mediatica. Che l'Elevato trafora elevandosi a contenere tutti gli umori presenti, su su fino alla stratosfera della mente collettiva. Una terza mente incorporava la stanchezza di Conte, ma perché Conte è stanco? È l'unico che ha una casa dove andare, che possiede un filo conduttore interiore. Una persona eccezionale perché capace di rimanere normale: non sono tantissimi". Poi, come poteva mancare l'affondo a quei media tanto odiati dal comico: "I media, a cui non è rivolto alcun messaggio, non resistono e riecheggiano l'urlo dell'Elevato: non resterà altro da fare che inseguirlo. Esercitare la leadership facendosi inseguire, anche, ridendo".

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