Grillo, delirio sul Fatto Quotidiano: "I punti raddoppiano come alla Standa". Difesa pubblica dell'inciucio
Beppe Grillo accusa il figlioccio, Luigi Di Maio, "di incapacità di cogliere il bello intrinseco nel poter cambiare le cose". Inizia così la sua invettiva sul Fatto Quotidiano: "Pur dal suo ottusismo, Zinga rispondeva a una delle tre teste che parlavano nel messaggio: 'Mai dire mai, Beppe'. Tre teste, sì. Una rivolta a Luigi, inca***ta e ancora stupefatta per l'incapacità di cogliere il bello intrinseco nel poter cambiare le cose. Con i punti che raddoppiano come alla Standa". Leggi anche: Luigi Di Maio propone Dibba alle Politiche europee: l'ultima follia grillina E ancora: "L'altra testa era rivolta a tutto il mondo, che sa soltanto spettegolare malignamente, trattenuto della serra mediatica. Che l'Elevato trafora elevandosi a contenere tutti gli umori presenti, su su fino alla stratosfera della mente collettiva. Una terza mente incorporava la stanchezza di Conte, ma perché Conte è stanco? È l'unico che ha una casa dove andare, che possiede un filo conduttore interiore. Una persona eccezionale perché capace di rimanere normale: non sono tantissimi". Poi, come poteva mancare l'affondo a quei media tanto odiati dal comico: "I media, a cui non è rivolto alcun messaggio, non resistono e riecheggiano l'urlo dell'Elevato: non resterà altro da fare che inseguirlo. Esercitare la leadership facendosi inseguire, anche, ridendo".