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Stefano Bonaccini e il voto a gennaio per salvare il governo. Pd-M5s, lo scambio tra Emilia e Calabria

Giulio Bucchi
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Il patto civico tra Pd e M5s è un complicato mosaico di tessere che parte dall'Umbria e tocca altri due snodi fondamentali: Emilia Romagna e Calabria. Forse, la prima tappa è proprio la più semplice da assemblare visto che sia il Pd uscito a pezzi dal regno della zarina Catiuscia Marini sia i 5 Stelle hanno una tale debolezza da essere di fatto costretti a convergere, anche in solitaria, su un esponente extra-partito. Si tratterà, ora, di sceglierne uno comune, insieme a una squadra senza bandiere per la giunta come suggerito da Luigi Di Maio. Leggi anche: "A processo per frode"- Ma Di Maio lo sa? Bechis umilia il grillino I guai arrivano in Emilia, dove il Pd punta forte sul governatore uscente Stefano Bonaccini. Entro mercoledì, spiega il Quotidiano nazionale, si deciderà quando votare e non è un elemento da sottovalutare, perché se vincerà Lucia Borgonzoni, candidata della Lega, molto probabilmente sarà la fine del governo nazionale giallorosso. Ecco perché l'ultima tentazione è far slittare le urne da novembre a gennaio 2020. I 5 Stelle però potrebbero aver difficoltà ad accettare di appoggiare (almeno ufficialmente) un candidato di bandiera come Bonaccini, a meno che non si inserisca nel quadro il più classico degli scambi: candidato Pd in Emilia, candidato civico in Umbria e candidato grillino in Calabria. Tutto, pur di fermare l'assalto di Matteo Salvini al governo di Roma.

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