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Nicola Zingaretti e l'addio di Matteo Renzi: "Non l'ho capito". Cosa teme adesso

Stefano Boffa
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Non c'è pace nel Pd. Dopo l'addio di Carlo Calenda, c'è stato anche quello improvviso di Matteo Renzi e ora il segretario dem Nicola Zingaretti deve rimettere insieme i pezzi del suo partito. In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, Zingaretti ha espresso tutta la sua perplessità in merito alla scelta dell'ex presidente del Consiglio di abbandonare il Pd: "Io un po' me lo aspettavo per l'atteggiamento di vicinanza, ma non partecipazione, alla vita del partito che non ho mai compreso fino in fondo. Mi dispiace, e penso che sia un errore dividere il Pd, ma al tempo stesso credo che ora il nostro compito sia molto chiaro: portare nel futuro il Pd che può ricostruire una speranza per l'Italia". Leggi anche: Matteo Renzi lascia il Pd. Telefonata a Conte: i fedelissimi che vanno con lui, quelli che lo mollano Sulle possibili conseguenze della scelta di Renzi, il segretario dem non crede nella possibile destabilizzazione del governo Pd-M5s: "Faremo di tutto perché non sia così. Certo, è un rischio, perché con una nuova sigla politica cambia il quadro di governo e io mi appello alla responsabilità di tutti. Dal mese di agosto ho detto una cosa molto chiara e cioè che noi, nel programma di governo, dobbiamo rafforzare uno spirito di comunità nei confronti dei 5 stelle con contenuti chiari e spirito aperto". L'addio di Renzi potrebbe aprire al ritorno di Roberto Speranza e Pierluigi Bersani (attualmente in forza a LeU) nel Pd, ma Zingaretti non sembra convinto della possibilità: "Questo tema è privo di fondamento. Io mi auguro che tornino i milioni di elettori che abbiamo perso il 4 marzo 2018 e che stanno tornando, come abbiamo visto nelle ultime Europee".

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