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Danilo Toninelli a Libero: "Immigrazione? Macché razzisti, abbiamo salvato delle vite"

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Caterina Spinelli
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Onore a Danilo Toninelli, non porta rancore ed è a favore della libertà di stampa. Insomma, è un sincero democratico. Potremmo dire quasi un liberale, se non temessimo che la definizione rischierebbe di metterlo in difficoltà con i suoi compagni di Movimento. Noi di Libero non gliene abbiamo perdonata una, quando era ministro, eppure il deputato pentastellato ci confida i suoi pensieri sul tema più delicato per il nuovo esecutivo giallorosso, l' immigrazione. Gli italiani per l' 89% erano favorevoli alla politica dell' ex ministro dell' Interno Matteo Salvini in materia di sbarchi e accoglienza. Oggi il Pd, che ha passato 14 mesi a dare del razzista xenofobo al leader della Lega per la sua gestione dei profughi, vuole invertire la rotta. La maggioranza degli italiani ha molta paura che i grillini non riescano ad arginare le pressioni dei dem, dietro ai quali ci sono l' Europa, la Chiesa, la grande stampa, i cosiddetti poteri forti In quanto responsabile delle Infrastrutture e capo della Guardia Costiera, Toninelli ha collaborato proficuamente con il Viminale, offrendo al leader leghista solidarietà e appoggio, anche nei momenti drammatici del caso Diciotti, quando la Procura incriminò Matteo per sequestro di persona e l' allora ministro grillino si autoaccusò, con Conte e Di Maio. Dal colloquio emerge che il suo comportamento non era la difesa di bandiera di una posizione di partito e di governo ma derivava da un genuino convincimento di essere nel giusto. L' ex ministro non si sbilancia troppo, è accorto, ma sostanzialmente auspica che la musica non cambi più di tanto, nell' interesse dei cittadini, ma anche del Movimento. Onorevole Toninelli, la gestione dell' immigrazione è stata uno dei fiori all' occhiello del governo gialloverde: ritiene di aver contribuito a fare una politica disumana e razzista? «Non credo proprio. La Guardia Costiera ha sempre rispettato la legge del mare con grandissima umanità. Ciononostante, grazie al nostro approccio, abbiamo ridotto fortemente i viaggi dei barconi della morte». L' 89% degli italiani secondo un sondaggio di Pagnoncelli ha apprezzato la vostra politica sull' immigrazione: perché? «Perché i cittadini hanno visto un governo che ha iniziato a chiedere all' Unione Europea di prendersi le proprie responsabilità rispetto al fenomeno gigantesco dell' immigrazione dall' Africa». Dopo il via libera dato dall' esecutivo giallorosso alla Ocean Viking a Lampedusa le ong torneranno a prendere d' assalto le nostre coste? «No, se si rispetteranno sempre i trattati internazionali e le aree Sar. E poi conta far passare il principio che le nostre sono coste europee». Gli italiani ora temono che il nuovo governo giallorosso smonterà i decreti sicurezza di Salvini e cambierà linea sull' immigrazione: andrà così? «Mi sembra ovvio che si dovrà tener conto delle osservazioni del capo dello Stato, e modificare in tale senso i decreti sicurezza. Ma non mi pare che nemmeno Conte abbia mai parlato di gettare tutto il lavoro fatto alle ortiche. Anzi...». Il Pd spinge per i porti aperti: M5S cederà o terrà duro? «Bisogna uscire dal dualismo fuorviante tra porti aperti e porti chiusi, perché esso ha solo estremizzato la polemica su ogni singolo sbarco, facendo sembrare Salvini un eroe, quando invece non stava risolvendo il problema in modo strutturale. Servono una logica multilaterale rispetto all' Unione Europea e accordi bilaterali con i Paesi di provenienza: un terreno sul quale il precedente ministro dell' Interno non ha brillato». Pensa che la politica pro porti aperti del Pd possa far risalire Salvini nei sondaggi? «Ripeto: i fatti e un nuovo approccio dimostreranno che non è solo una questione di porti aperti o porti chiusi». Il precedente governo sosteneva di aver ridotto sbarchi e morti in mare. La sinistra dice che era tutto merito dell' opera precedente di Minniti: dove sta la verità? «Noi siamo stati molto più decisi di Minniti e del governo Gentiloni su quella strada». Lei ha tenuto duro sul caso Diciotti e si è autodenunciato con Conte quando indagarono Salvini: lo ha fatto per disciplina di partito e di governo o condivideva tutto? «Le mosse del governo erano collegiali. La politica dell' esecutivo erano coordinate dal presidente del Consiglio». Cosa pensa delle incriminazioni di Salvini per sequestro di persona? «Non è mio costume commentare le iniziative della magistratura». Le Ong sono dei santi come Madre Teresa di Calcutta, dei complici degli scafisti, gente che si è inventata del lavoro, o che altro? «Spesso violano i trattati internazionali e rappresentano un fattore di attrazione per le partenze dei barconi della morte». Teme che ora riprenderanno gli sbarchi e riapriranno i centri d' accoglienza? «Credo che il premier Conte sappia cosa fare per evitare gli errori del passato». I Cinquestelle hanno due anime sull' immigrazione: prima la legalità e prima l' accoglienza: qual è quella vera o almeno quella maggioritaria? «All' interno del Movimento possono convivere sensibilità diverse, ma siamo tutti d' accordo in realtà sul fatto che l' accoglienza è tale solo nel quadro di regole precise. Come accade in ogni Paese del mondo, anche in quelli più inclusivi». Perché negli altri Paesi è normale non accogliere i clandestini e da noi invece bisogna combattere per far rispettare la legalità? «In passato il sistema politico ha speculato sull' accoglienza. O attraverso la rete dei centri o anche solo soffiando sul fuoco delle paure degli italiani. Il far west ha fatto comodo a tutti». Quanta solidarietà avete avuto dall' Europa sul tema immigrazione nei vostri 14 mesi di governo gialloverde? «Bisognava guadagnarsela. Però ci siamo fatti sentire». È convinto che i Paesi europei si faranno carico delle loro quote di immigrati come auspica Conte anche se finora non hanno mai mantenuto gli impegni presi, tantomeno quelli con il governo gialloverde? «Per la verità stavano iniziando a farlo e ora dovranno farlo sempre di più». È realizzabile il piano di Conte di redistribuzione dei migranti tra i vari Stati Ue? «Lo spero. Il presidente del Consiglio ha dimostrato abilità diplomatiche non comuni e in Europa lo apprezzano». Questo governo è europeista, ma lo erano anche quelli di Renzi, Letta e Gentiloni eppure l' Europa non si è mai fatta carico dei migranti che arrivavano in Italia: come mai, e perché la situazione ora dovrebbe cambiare? «Perché in questo governo ci sono Conte e il Movimento Cinquestelle. Non è un classico esecutivo di centrosinistra». Macron ci riportava in treno gli immigrati e faceva blitz in Italia: è possibile che la Francia cambi atteggiamento? «Il presidente francese sarà in Italia a breve. Deve cambiare atteggiamento. Deve farlo per il bene di tutta la Ue». Secondo lei qual è la soluzione al problema immigrazione? «Multilateralismo nell' Unione Europea, bilateralismo con i Paesi di provenienza e, da subito, tanta cooperazione allo sviluppo. Parlo di investimenti globali in economia verde e sostenibile, mantenendo nel frattempo la barra dritta sul rispetto della legge del mare. Stanno aumentando anche i migranti climatici. Il fenomeno va visto nella sua grande complessità». Crede che tutti gli immigrati siano uguali o alcuni sono più difficili da integrare di altri? «Non è ovviamente una questione di etnie, bensì di storie e casi personali». L' Europa ha creato una Commissione per la Difesa dello stile di vita europeo. La cosa è stata molto criticata e molto apprezzata: lei che ne pensa? «Dobbiamo difendere un modello europeo basato storicamente sull' economia sociale di mercato, in seno al quale ciascuno possa esprimere liberamente i propri talenti». Se non difendiamo il nostro stile di vita, che poi è la nostra cultura, allora l' Unione resta solo un' istituzione economica con Stati in concorrenza tra loro dove il più forte economicamente comanda? «Il M5S da sempre punta a tornare all' Europa dei popoli». Cosa sperate di ottenere dall' Europa in tema di immigrazione per l' Italia, ora che M5S sostiene la commissaria Von der Leyen? «Per prima cosa un meccanismo rapido, se non automatico, di redistribuzione. E poi, fummo i primi a pretenderlo come M5S, la modifica del Regolamento di Dublino». di Pietro Senaldi

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