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Silvio Berlusconi, non è finita: indagato dai giudici di Firenze per le stragi di mafia del 1993

Cristina Agostini
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Silvio Berlusconi è indagato a Firenze nell'ambito dell'inchiesta sulle stragi mafiose del 1993. Lo si apprende a Palermo dove i legali del leader di Forza Italia hanno depositato alla Corte d'assise d'Appello una certificazione da cui si apprende che il Cavaliere è indagato. Berlusconi dovrebbe deporre il prossimo 3 ottobre davanti ai giudici della Corte d'Assise e Appello sulla trattativa Stato-mafia ed evidentemente non è un caso che i suoi legali hanno fatto sapere che non si presenterà per impegni istituzionali. Berlusconi a questo punto deporrà come teste indagato e quindi si potrà avvalere della facoltà di non rispondere. Sempre il 3 ottobre si dovrà presentare in aula anche l'ex magistrato di Mani Pulite Antonio Di Pietro, convocato come teste dall'accusa.  Leggi anche: Doppio dramma per Veronica Lario. Soldi, altra vittoria di Berlusconi: clamoroso, i giudici stanno con lui La procura fiorentina aveva riaperto le indagini, delegando nuovi accertamenti alla Direzione investigativa antimafia, dopo aver ricevuto dai pm di Palermo le oltre cinquemila pagine di conversazione, tutte registrate tra il 19 gennaio 2016 e il 29 marzo del 2017, in cui Giuseppe Graviano, il boss di Brancaccio condannato anche per le stragi del '93, si confidava, nel carcere di Ascoli, durante l'ora d'aria, con il camorrista Umberto Adinolfi. Per i pm palermitani, Graviano, in quelle conversazioni, in più occasioni avrebbe fatto cenno o chiamato in causa il leader di Forza Italia. Una tesi avvalorata dagli esperti nominati dalla corte d'assise di Palermo nell'ambito del processo di primo grado sulla presunta trattativa Stato-mafia, secondo i quali il boss parla proprio di Berlusconi. Tesi respinta dal legale di Marcello Dell'Utri, Giuseppe Di Peri, e dai suoi esperti, secondo i quali Graviano non diceva Berlusconi, ma "bravissimo". I giudici della corte d'Assise di Palermo avevano convocato il boss delle stragi per chiedere a lui direttamente. Ma Graviano aveva preferito avvalersi della facoltà di non rispondere. Graviano aveva già fatto confidenze del genere al pentito Gaspare Spatuzza le cui affermazioni erano alla base della precedente inchiesta della procura di Firenze, poi archiviata nel 2011, su un presunto coinvolgimento di Berlusconi e Dell'Utri nelle stragi del '93.

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