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Conte: "Mio partito? Non ci penso proprio"

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AdnKronos
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Roma, 27 set. (AdnKronos) - Se penso a fare il leader di un partito? "Direi di no, l'impegno di governo è già assorbente e non penso proprio a un partito politico". Così il premier Giuseppe Conte, intervistato dal direttore di Affari Italiani Angelo Maria Perrino a Ceglie Messapica. "In questo momento sono impegnato a dare una testimonianza politica. Mi piacerebbe in prospettiva che qualche seme lasciato potesse germogliare". Parla di economia, di futuro, ma anche del fine vita per cui Conte sostiene che "bisogna fare una legge, ci sprona a farlo la stessa Corte costituzionale". "Mentre non ho dubbi esista un diritto alla vita, è da dubitare ci sia un diritto alla morte" aggiunge. "Per i medici - ha proseguito il premier - bisognerebbe riconoscere quantomeno l'obiezione di coscienza". Sul fine vita "l'intervento della Corte - ha proseguito il presidente del Consiglio - non può sostituire un intervento legislativo". Chi vorrei come successore di Sergio Mattarella al Quirinale? "Non spetta a me decidere", ma vorrei "una persona come Mattarella", una persona "di equilibrio, saggia e alla mano". "Se Mattarella fosse disponibile a un secondo mandato, le qualità che ho detto gliele riconosco tutte", ha evidenziato il presidente del Consiglio. Mentre a proposito di " Renzi e del "suo nuovo gruppo", "credo che possano dare un contributo positivo, se sarà uno stimolo critico che ben venga" dice Conte. "Noi dobbiamo fare il bene degli italiani. Un contributo positivo da Italia Viva ben venga" ribadisce. "Se non mi fidassi del Pd non avrei iniziato a governare" ha affermato, poi, a proposito di alcune recenti dichiarazioni dell'ex deputato M5S Alessandro Di Battista sul Partito democratico. "Con Casaleggio farei un pranzo di lavoro, con Grillo una cena di divertimento" scherza, poi, il premier e a proposito di Roberto Fico e Alessandro Di Battista aggiunge: "Non li definirei spine nel fianco". La prossima manovra sarà espansiva. "In momenti come quelli attuali, in cui abbiamo un calo dell'export per ragioni congiunturali... se i consumi interni calano, sono più contenuti, è il momento di una manovra espansiva" con un "impegno solenne", quello di disattivare "le clausole di salvaguardia dell'Iva". "E' un capitolo importante" delle prossima manovra, "parliamo di 23 miliardi. Li dobbiamo mettere sul tavolo perché non dobbiamo consentire l'aumento dell'Iva". "Stiamo lavorando a qualche rimodulazione - ha aggiunto Conte - ma con beneficio per gli italiani". E rilancia il "patto sociale" con gli italiani. "Ci stiamo lavorando", ha detto Conte, aggiungendo che ci saranno incentivi a "usare la moneta elettronica, le carte, ma - ha precisato rivolgendosi al pubblico - questo non significherà che pagherete di più". Il presidente ha parlato di "meccanismi premiali" con "vantaggi in termini di alleggerimento della pressione fiscale". Resteranno quota 100 e reddito di cittadinanza. "Sono misure di protezione sociale" e "intendiamo conservarle" dice, sottolineando come il piano anti-evasione sarà "un pilastro della nuova manovra economica" con "pene detentive per i grandi evasori". La flat tax per le partite Iva sotto i 65mila euro "la conserveremo" con l'obiettivo di "incrementarla anche per i redditi superiori". "Il mio sogno nel cassetto? Abbassare le tasse a tutti, contrastare radicalmente l'evasione, realizzare un'Italia verde". "Mi piacerebbe essere ricordato come una persona che ha compiuto degli errori, ma che li ha fatti sempre nella estrema convinzione, dedizione e abnegazione di perseguire il bene comune". Quanto allo "spread" ha sottolineato quanto sia "importante mantenerlo basso" perché "incide sulle nostre vite". "Vari miliardi di questa manovra", infatti, "ci derivano dallo spread". "Vedo un buon clima di lavoro" nel governo, "se posso fare una comparazione rispetto alla precedente esperienza di governo, qui ho fin dall'inizio coordinato i lavori di formazione del governo". "Mi sento direttamente responsabile di questo progetto, ho potuto vagliare con maggiori elementi la coerenza di questo progetto", ha aggiunto il premier. "Dobbiamo fare un grande piano per il Sud, che coinvolgerà le infrastrutture e le migliorerà". Un piano "straordinario", ha scandito il premier, "che deve diventare strutturale". "Non può crescere l'italia se non cresce anche il Sud". Su eventuali nuove nomine a Viale Mazzini Conte ha detto che "di Rai" non si è mai "occupato prima" e, aggiunge, "non mi appassiono adesso". "Se ci saranno dei cambiamenti - ha aggiunto - seguiranno le procedure". "In Europa spira un vento nuovo con questa nuova legislatura" e i colloqui avuti sinora "mi fanno ben sperare che le politiche di austerità del passato oggi non sono più riproponibili". "Dobbiamo lavorare per una maggiore flessibilità", sottolinea Conte. Per quanto concerne la legge elettorale, "sarei orientato a preferire sistemi in cui quando si vota la sera, il giorno dopo si sa chi ha vinto ma l'importante è concepire pesi e contrappesi di qualsiasi sistema". "Come un maggioritario spinto non funziona - ha osservato il presidente del Consiglio - allo stesso modo un proporzionale puro rischia di generare ingovernabilità se non c'è una clausola di sbarramento". "Non esiste un sistema migliore in astratto, l'importante sono i contrappesi", ha proseguito Conte, che alla domanda se il referendum si farà, ha risposto: "Non sono un profeta". "Se il quesito è formulato in modo che, abrogata la legge, si può domattina andare a votare, allora - ha evidenziato il premier - è ammissibile". Il presidente del Consiglio osserva che il tema del vincolo di mandato è "complicato" perché da un lato occorre "contrastare la pratica" dei cambi di casacca, dall'altro "c'è la libertà di rappresentare l'interesse di chi è stato eletto in modo libero". "Attraverso un vincolo più stringente dei regolamenti parlamentari bisognerebbe rendere più difficile il cambio di casacca". Se a Roma bevo il mojito? "Io sono molto sobrio..." replica. E quando gli viene mostrato un video dove si vede Matteo Salvini in consolle al Papeete, mentre le cubiste ballano sulle note dell'inno d'Italia. "Possiamo andare avanti...", si limita infine a commentare.

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