Bruno Vespa, il retroscena su Luigi Di Maio: "Cosa è accaduto appena è partito per New York"
Sul ruolo di Luigi Di Maio, capetto in crisi nera all'interno di un M5s che lo contesta e in cui molti lo vorrebbero detronizzare, ragiona Bruno Vespa nel suo fondo su Il Giorno di sabato 28 settembre. Si parte dal presupposto che Giuseppe Conte, ora, "può approfittare delle difficoltà di Luigi Di Maio, che pure l'ha voluto confermare ad ogni costo". Ne può approfittare per rafforzare la sua posizione, ma quello del premier è un altro paio di maniche. Sotto ai riflettori c'è il ministro degli Esteri. Un dicastero "di grande prestigio - sottolinea il conduttore di Porta a Porta -, ma tradizionalmente assegnato a personalità di primo livello estranee al gioco politico quotidiano". Insomma, chi finisce agli Esteri ha sì una poltrona pesante, ma il cui peso non si fa sentire sulle vicende politiche interne. Leggi anche: Soffiata di Matteo Renzi su Bruno Vespa Vespa ricorda come "da oltre dieci anni alla Farnesina non ha messo piede nessun leader. Per un giovane come Di Maio gli Esteri sono una straordinaria finestra sul mondo. Sul mondo, non sull'Italia - rimarca -. Se poi lui volesse far bene anche il ministro per il Commercio con l'Estero che ha tolto allo Sviluppo economico, dovrebbe rientrare in Italia solo per cambiare la biancheria". Insomma sarebbe sempre lontano, fuori dai giochi. Ed è a questo punto che Vespa nota: "È bastato infatti che il nostro si allontanasse qualche giorno per l'Assemblea generale dell'Onu perché gli scontenti del Movimento gli organizzassero al Senato una riunione non precisamente amichevole". Episodio che dimostra in modo plastico tutta la debolezza politica di Di Maio, anche e soprattutto dentro al M5s. Bruno Vespa sottolinea poi come "il M5s è una macchina molto accentrata, anche nella comunicazione, e infatti i dissensi sono stati derubricati a contributi costruttivi". Poi, attacca: "Ma non serve sognare una impossibile riforma del vincolo di mandato o minacciare multe forti e praticamente inesigibili per tenere i parlamentari nel recinto della fedeltà. Di Maio - sottolinea Vespa - deve riappropriarsi della leadership operativa se vuole contendere a Conte il ruolo di candidato premier di domani sul quale il presidente del Consiglio calibra abilmente ogni mossa. Per questo - conclude Vespa allusivo .- appena rientrato da New York ha convocato alla Farnesina tutti i ministri e i vice ministri del Movimento". Perché Di Maio sa che la sua parabola politica potrebbe essere molto vicina ai titoli di coda.