Matteo Renzi e Luigi Di Maio, l'asse degli ex nemici che preoccupa Giuseppe Conte e Pd
Da ex nemici ad "alleati" nell'offensiva anti-Iva che ha costretto il Pd a rivedere la sua manovra economica. Matteo Renzi e Luigi Di Maio ora spaventano i dem e Giuseppe Conte che vedono con sospetto questo inedito "asse". Scrive Maria Teresa Meli in un retroscena sul Corriere della Sera che "i due si sentono assai meno spesso di quel che si dice in giro (gli ufficiali di collegamento sono Luigi Marattin e Laura Castelli), ma è vero che, come ha confessato Nicola Zingaretti, Renzi ha annunciato al segretario del Pd il suo addio con un messaggio WhatsApp, mentre a Di Maio ha riservato una telefonata qualche giorno prima della rottura con il Partito democratico per spiegargli le mosse future". Insomma, ora nel Pd è lecito chiedersi se non avesse ragione Matteo Salvini quando ad agosto denunciava "l'inciucio Renzi-Di Maio". Di Maio poi ad Agorà ha pure giustificato la decisione di Renzi di farsi un suo partito: "Mi sono meravigliato di chi si è meravigliato che lo facesse. Era chiaro che avrebbe creato una sua forza politica". E da parte sua Renzi sull'"asse" minimizza: "Mi stupisce chi si stupisce di questa sintonia. È una convergenza di buon senso". Leggi anche: "Cosa favorirà Italia Viva". Un disastro per il Pd: Gerardo Greco svela l'ultima "furbata" di Matteo Renzi Altra convergenza è sul Guardasigilli Alfonso Bonafede e sull'introduzione del sorteggio per la nomina dei membri del Csm: anche questo preoccupa il presidente del Consiglio e i vertici del Pd dal momento che, ricorda la Meli, "in molte commissioni parlamentari, a cominciare da quella delle Finanze, alla Camera, il gruppo di Renzi è ago della bilancia. Basta che Italia viva e i 5 Stelle si muovano di concerto per condizionare la maggioranza". Di fatto i due hanno gli stessi obiettivi, "ridimensionare il ruolo di Conte e mettere in difficoltà il Partito democratico. Nicola Zingaretti infatti appare preoccupato della piega che stanno prendendo le cose".