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Luigi Di Maio con Matteo Salvini sulla riforma elettorale: "Non serve, possiamo votare lo stesso"

Caterina Spinelli
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Luigi Di Maio si muove dal palco di Italia 5 Stelle quasi come se fosse uno di quei dissidenti che contestano la sua linea. Il capo politico sembra andare nella direzione opposta rispetto a quella tracciata da Beppe Grillo. Il tema è quello della riforma elettorale, argomento trattato con toni "salviniani": "Non è vero che per votare bisogna fare un'altra legge elettorale, la legge attuale è operativa. Finché facciamo le cose restiamo al governo". Parole che - osserva La Stampa - sono uno sgambetto al Pd e a Giuseppe Conte, che stanno invece lavorando a una nuova legge elettorale anche per disinnescare il referendum leghista che si dovrebbe tenere a giugno. Parole che sembrano quasi un ammiccamento di Di Maio al vecchio leader, a quel Salvini con il quale ritrova unità di intenti - almeno a parole - sulla legge elettorale. Leggi anche: Nicola Zingaretti chiude a Virginia Raggi: "Non la sosteniamo" I mal di pancia tra i pentastellati, insomma, continuano a manifestarsi con tutta la loro veemenza. I parlamentari continuano a invocare una maggiore collegialità nelle scelte dopo la richiesta di un comitato che dovrà affiancare Di Maio: 6 membri si occuperanno di organizzazione, comunicazione, coordinamento, poi 12 facilitatori, soprattutto parlamentari con le loro squadre, che si occuperanno di temi specifici. Infine, i referenti regionali. Insomma, tutte personalità che obbligheranno il titolare della Farnesina a scendere dal piedistallo. 

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