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Giuseppe Conte, il retroscena: tensioni sulla manovra, il premier stacca il telefono

Caterina Spinelli
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La manovra economica pensata da due forze politiche (Pd e Cinque Stelle) ex nemiche (o tutt'ora nemiche?) sembra non trovare una quadra, tanto da far perdere la pazienza pure a Giuseppe Conte. Il premier, come è noto, ha deciso di rimandare a oggi, martedì 15 ottobre (giorno ultimo), il Consiglio dei ministri per il varo del provvedimento. E alla vigilia - riferisce Il Messaggero in un appassionante retroscena - Conte ha deciso di rendersi irreperibile. "Lo proviamo a chiamare da ore per sapere se il governo si riunisce o se c'è un vertice di maggioranza. Nulla. Conte ha staccato il telefono" si è sfogato un ministro dem poco dopo l'ora di cena. Leggi anche: Santanchè e l'elogio a Tremonti: "Litigavamo, ma una cosa la sapeva fare bene..." A mettere i bastoni tra le ruote ci sono anche i Cinque Stelle, che hanno obbligato il premier a cancellare il vertice notturno: "È stato Di Maio a far saltare il summit. Ma così non si va avanti. I problemi vanno risolti, non rinviati per cercare di alzare il prezzo", riferiscono fonti del Pd. Insomma, la rissa tra dem e grillini - per cui Quota 100 è solo uno dei tanti ostacoli - sembra dietro l'angolo. Motivo, questo, per cui nella giornata il Cdm si limiterà ad approvare il Documento programmatico di bilancio (con i titoli e non i contenuti della manovra), rinviando di una settimana perfino il decreto fiscale. 

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