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Giuseppe Conte e Luigi Di Maio ai ferri corti: la battaglia sulla manovra di governo

Caterina Spinelli
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Il mandato del Conte bis non ha fatto in tempo a iniziare che già le discussioni stanno minando gli equilibri interni. "Non possiamo pensare che il simbolo dell'evasione siano l'elettricista, l'idraulico o il tassista" avverte i suoi Luigi Di Maio. Tradotto, in soldoni: niente sanzioni per i commercianti senza pos e niente ulteriore abbassamento della soglia di utilizzo del contante. È chiaro - spiega Repubblica - che una quadra sulla manovra i giallo-rossi non l'hanno trovata, nonostante Giuseppe Conte insista su altri argomenti. D'altronde per lui manovra e decreto fiscale sono già stati discussi. Leggi anche: Il retroscena: "Conte in tv contro Salvini? Il leghista lo sfonda" Ma Di Maio non si arrende e convoca un vertice tutto grillino, perché "ci sono cose poco chiare, che non tornano". Una situazione imbarazzante per Conte, che di fronte a Bruxelles (dove si trova per il Consiglio europeo) rassicura la Commissione dicendo di essere disponibili per tutti i chiarimenti necessari riguardo alla legge di Bilancio. Eppure le preoccupazioni più grandi sulla tenuta della manovra arrivano proprio dall'interno. 

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