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Giuseppe Conte, retroscena: "Meglio se sto zitto". Voce a Palazzo Chigi: cosa c'è dietro gli attacchi di Renzi

Giulio Bucchi
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"Sarebbe un favore a Matteo Salvini". Per questo Giuseppe Conte non risponde alle bordate di Matteo Renzi sulla manovra e sul futuro stesso del premier a Palazzo Chigi. Un retroscena del Corriere della Sera riporta un suo stringatissimo commento in privato: "È meglio se sto zitto". Frase che la dice lunga sull'umore, funereo, dell'ex avvocato del popolo vittima del fuoco "amico" (si fa per dire) di Italia Viva a mezzo stampa. "Il sospetto che aleggia a Palazzo Chigi", riporta il Corsera, è che Renzi "stia in qualche modo alzando la posta per avere voce in capitolo sul giro di nomine nelle partecipate, che dovranno essere fatte". Una partita che secondo molti, già all'inizio di questa bizzarra avventura giallorossa, era l'unico vero obiettivo di Renzi, protagonista di una tanto disinvolta e pragmatica quanto clamorosa apertura al Movimento 5 Stelle, in agosto a crisi aperta, dopo anni di insulti reciproci. Leggi anche: "Il secondo governo Conte nato da un equivoco". Vespa e il paradosso della Zia Giovanna Questa spiegazione non risolve comunque gli attrici tra Conte e il leader ex Pd, il cui comportamento viene giudicato "inaffidabile" e "a tratti incomprensibile, di sicuro destabilizzante". Il guaio, è che alla fronda interna renziana si aggiunge quella dentro i 5 Stelle, insofferenti all'alleanza con il Pd e magari nostalgici della Lega: una graticola che fa male al governo, ma soprattutto rischia di bruciare quel futuro politico personale a cui Conte pare tenere molto. 

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