Il governatore della Calabria

Mario Oliverio: "Io fatto fuori da Roma? Sarebbe grave se il Pd prendesse ordini dai pm"

Cristina Agostini

Mario Oliverio, il governatore della Calabria, non sarà ricandidato alle prossime elezioni regionali. Per il partito, basta così: "Oliverio non unisce il partito, non garantisce la possibilità di formare una coalizione competitiva, non garantisce rinnovamento". Fine della comunicazione ufficiale. Ma Oliverio non è uno che si arrende e in una chiacchierata con Il Corriere della Sera attacca: "Vuol sapere se sono pronto a candidarmi da solo? Guardi: io mi affido alla ragione. Spero lo facciano anche a Roma. Perché senza la ragione, si determinano sfaceli. Vogliono farmi fuori? Io dico: facciamo le primarie, e poi vediamo".  Leggi anche: "I penultimatum Pd? Su cosa rischia di cadere il governo". Bellanova, ministra "infiltrata": bombarda Conte e Zinga Insiste: "Con un percorso condiviso, si eviterebbero disastri. E poi no, non ho capito: in base a cosa mi avrebbero fatto fuori? Chi lo stabilisce se sono popolare? Nicola Zingaretti?". Il vero problema sarebbe giudiziario. La deputata del Pd, Enza Bruno Bossio, vicina a Oliverio è a sua volta indagata e ha detto: "Gratteri ha ordinato a Zingaretti di non ricandidare Oliverio". Il quale risponde: "Beh, in effetti c'è questa voce... che qui circola da un po'... del resto, sarebbe gravissimo se Zingaretti prendesse ordini da una procura, non trova?". Tant'è. Oliviero riunirà i suoi a Lamezia Terme, "una specie di Leopolda calabrese, diciamo così". E c'è chi giura che Oliverio starebbe pensando di passare con Matteo Renzi a Italia viva.