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Luca Ricolfi sul caso Ex Ilva: "Renzi e Di Maio salvi, perché a pagare dazio saranno Pd e Zingaretti"

Caterina Spinelli
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L'addio di ArcelorMittal dall'ex Ilva sta facendo vacillare un'alleanza già fragile. Molte delle colpe potrebbero ricadere sui Cinque Stelle non solo contrari allo scudo penale, ma anche incapaci nel prendere provvedimenti. Prima è toccato a Luigi Di Maio il ruolo di ministro dello Sviluppo economico e poi al compagno di Movimento Stefano Patuanelli. Entrambi però non sono stati in grado di risolvere la questione del colosso dell'acciaieria o, perlomeno, di mantenere le proprie promesse (il capo politico grillino andava dicendo di voler chiudere i battenti del sito di Taranto). Leggi anche: Ricolfi a Piazzapulita, svelato il "golpe" di Pd e M5s: "Governo nato per ragioni di potere" Nonostante ciò per Luca Ricolfi un'alleanza scomoda come questa, tra ex nemici che condividono le poltrone, grava solo sul Pd. "La mia previsione - spiega il sociologo ospite a Quarta Repubblica - è che da questa alleanza abbia più da perdere Zingaretti che Di Maio. Non vedo messi male né i 5 stelle né Italia Viva, perché entrambi hanno una loro linea politica, invece il Pd non è né carne né pesce". A rischiare grosso non sono solo i dem, ma anche Giuseppe Conte alle prese, secondo Ricolfi, con un governo che ha delle forti contrapposizioni al suo interno. Al sociologo la situazione ricorda quella di Romano Prodi, anche lui "incapace di prendere un ruolo direttivo".  "La mia previsione è che da questa alleanza abbia più da perdere Zingaretti che Di Maio. Non vedo messi male nè i 5 stelle nè Italia viva, perchè entrambi hanno una loro linea politica, invece il Pd non è nè carne nè pesce"@ricolfi_luca #quartarepubblica— Quarta Repubblica (@QRepubblica) November 11, 2019

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