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Sondaggio di Pagnoncelli: "Per il 32 per cento l'Ilva deve essere nazionalizzata". Il sì da Lega e 5 Stelle

Caterina Spinelli
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Sono diverse le ipotesi sul tavolo di Giuseppe Conte per rendere meno tragica l'uscita di ArcelorMittal dall'ex Ilva. Eppure la tesi più accredita, forse perché l'unica in grado di salvare i 20mila dipendenti altrimenti senza lavoro, è la temporanea nazionalizzazione. Un'idea, questa, che unisce ancora una volta Lega e Cinque Stelle. Da quanto sondato da Nando Pagnoncelli per il Corriere è il 34 per cento ad essere contrario, mentre il 32 si esprime a favore. Fin qui nulla di strano se non fosse che a sostenere la mossa sono gli ex alleati, caduti proprio su un caso simile, quello della Tav. Diversa opinione invece tra gli elettori del Pd, di Forza Italia e di Fratelli d'Italia, dove prevale il "no" alla statalizzazione.  Leggi anche: Sondaggio Masia sull'Emilia: "I fattori segreti", i numeri in mano a Salvini Il sito di Taranto per il sondaggista preoccupa molto l'opinione pubblica: "Sulle motivazioni del recesso un italiano su tre (32 per cento) non è in grado di esprimersi, il 45 per cento è convinto che l'abolizione dello scudo penale sia un pretesto per rinunciare a un investimento che non ritiene più redditizio stante il calo di produzione, mentre il 23 per cento ritiene che ArcelorMittal abbia ragione ad andarsene perché non è possibile investire in un Paese in cui le norme cambiano improvvisamente (e ripetutamente)". Altrettanto divisi i pareri sull'operato del governo, anche se a prevalere - con un 34 contro un 30 per cento - sono i delusi. Non è un caso che il Conte bis stia proprio ora facendo i conti con la fragile tenuta. 

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