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Pietro Senaldi, la profezia su Matteo Salvini: "Come Silvio Berlusconi?", l'ombra della magistratura

Cristina Agostini
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Salvate il capitano Salvini dalle stranezze della nostra giustizia e dall'odio di chi dice di battersi contro l'avvelenamento del clima sociale in Italia. La Procura di Agrigento è tornata all'assalto dell'ex ministro dell'Interno, accusandolo di sequestro di persona e omissione d'atti d'ufficio per aver impedito lo sbarco di 164 migranti per venti giorni. Il carico umano, tratto a bordo in acque internazionali, era stipato sulla nave di una ong, la Open Arms, battente bandiera spagnola. È il secondo atto dell'offensiva giudiziaria iniziata con il caso della Diciotti, motovedetta della Guardia di Finanza. Allora il leader della Lega fu salvato dai grillini, con i quali governava. Il premier Conte e i ministri Di Maio e Toninelli si autoaccusarono dichiarandosi complici di Salvini e, conseguentemente, i pentastellati in Commissione parlamentare si opposero al rinvio a giudizio dell' alleato. Oggi la maggioranza è cambiata, nessuno del governo gialloverde è corso in soccorso dell'ex ministro dell'Interno e il Parlamento avrebbe tutti i numeri per spedire Matteo alla sbarra. Il che significa che il leader della Lega rischia grosso, anche perché i fatti contestati risalgono alla metà dell' agosto scorso, quando la crisi dell' esecutivo ormai era scoppiata, e quindi il titolare del Viminale si trovava da solo a fronteggiare l' emergenza, con la magistratura, Palazzo Chigi e tutti i ministri pentastellati contro. Leggi anche: "Borgonzoni-Bonaccini, oggi è pareggio. Eppure...". Trionfo leghista, Ghisleri: sondaggio e proiezioni Salvini si dice orgoglioso di aver tutelato i confini nazionali e dichiara che rifarebbe tutto, forte del sostegno della stragrande maggioranza degli italiani, che per l' 89%, secondo un sondaggio Ipsos, hanno condiviso la sua politica in tema d'immigrazione. Però governare secondo l'interesse nazionale e i desiderata dei cittadini può non costituire un'attenuante per certa magistratura e per la sinistra; anzi, di certo politicamente è un'aggravante agli occhi del Pd, fin dai tempi della Prima Repubblica ansioso di liberarsi per via giudiziaria degli avversari che lo battono nelle urne. IERI E OGGI - Non siamo giuristi, ma a naso l'accusa di sequestro di persona per aver privato di libertà gli ospiti della Open Arms regge poco, visto che il leader leghista ha agito nell'esercizio delle proprie funzioni e senza perseguire interessi personali. Peraltro i profughi, una volta sbarcati, non sono liberi di circolare ma vengono internati in centri d'accoglienza per l'identificazione, quindi non si vede di quale libertà siano stati privati. Condannare il leader della Lega equivarrebbe a riconoscere colpevole di sequestro di persona un magistrato che ha mandato in carcere un innocente. C'è da aspettarsi di tutto, visto lo stato della nostra giustizia, però far passare il leader leghista per un rapitore seriale di uomini, donne e bambini, sconfinerebbe nel grottesco e, più che danneggiare lui, farebbe cadere nel ridicolo un'istituzione, la magistratura, che da tempo non gode di buona salute sotto il profilo dell'immagine. L'accusa che ormai da più parti si fa a certi giudici è di utilizzare il potere indipendente delle toghe a fini politici, vuoi per far carriera, vuoi per favorire una parte politica o danneggiarne un'altra. Da che Salvini si è affermato quale leader principale del centrodestra sembra aver sostituito Berlusconi anche come obiettivo principale degli attacchi delle piazze e dei politici progressisti, sempre più animosi nei suoi confronti. Un tempo i girotondi davano a Silvio del criminale, i Ds lo processavano per il conflitto d' interessi, i centri sociali lo paragonavano a Mussolini e la stampa di sinistra scriveva che ci avrebbe fatto fallire ed era impresentabile in Europa. Oggi le piazze democratiche si riuniscono contro Salvini e, nel dargli del fascista, si augurano che qualche giustiziere lo manganelli fino a rompergli la testa, il Pd sostiene che ha riportato l' Italia agli anni '30, intellettuali e no global gli danno del razzista xenofobo e i giornali progressisti lo accusano di aver rubato 40 milioni di rimborsi elettorali quando non era ancora segretario del Carroccio. TRAGEDIA E FARSA - Nulla cambia nel Bel Paese. La colpa di Salvini è la medesima che aveva Berlusconi, cioè avere più consenso della sinistra. Come Silvio ieri, oggi è Matteo a essere destinatario delle peggiori accuse. Com' è finita con il Cavaliere lo sappiamo: uno dei maggiori contribuenti italiani è stato condannato per evasione fiscale per i conti di una società della quale non ricopriva cariche e i cui responsabili legali sono stati assolti. In più, con una legge retroattiva, egli è stato espulso dal Parlamento, in spregio al principio elementare del diritto penale, secondo il quale non si può applicare una pena a un reato commesso prima della legge istitutiva della sanzione. Visti i precedenti, al posto di Salvini non dormiremmo sonni tranquilli. Karl Marx, intellettuale di riferimento di molti politici di sinistra e altrettanti giuristi in toga, sosteneva che «la storia si ripete due volte, la prima in tragedia la seconda in farsa». Anche questa non è una buona notizia per il leader leghista. Pur di liberarsi di lui la sinistra è certo disposta a cadere nel ridicolo. Come dimostra l' alleanza del Pd con M5S, seguita ad anni di insulti e accuse rivolti dai dem ai grillini. di Pietro Senaldi

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