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Luigi Di Maio, il sospetto nel Pd: il "no" sulle nomine Rai per arrivare alla crisi di governo?

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C'è un sospetto che aleggia nei pensieri di molti esponenti del Partito democratico: il Movimento 5 stelle, specialmente Luigi Di Maio, vorrebbe aprire la crisi di governo per tornare con Matteo Salvini, con cui si troverebbe più a suo agio rispetto all'alleanza con i democratici. In effetti, ci sarebbero molti elementi che giustificano le preoccupazioni dei dem, tra cui i più rilevanti sono il braccio di ferro sulla riforma della prescrizione, la contrapposizione alle elezioni regionali e, per ultimo, il veto sulle nomine Rai. Proprio nella giornata di ieri - mercoledì 27 novembre -, Pd e grillini hanno discusso le nuove nomine alla direzione dei telegiornali di Viale Mazzini. Il Pd, com'è noto, rivendica la direzione del telegiornale storicamente egemonizzato dal centrosinistra, il Tg3. Ma Di Maio avrebbe posto il veto sul nome proposto dai dem. Per approfondire leggi anche: Di Maio-Salvini, l'anonimo del M5s: "Qualcosa tra loro è rimasto" Il secco "no" alla nomina Mario Orfeo, che fu l'uomo di Matteo Renzi in Rai, sembra non negoziabile. Luigi Di Maio lo ritiene uno "da vecchia Rai", e vorrebbe tenere per sé la direzione del Tg3 , proseguendo con Giuseppina Paterniti, nominata proprio dai grillini. Alcuni esponenti dem adducono ad una strategia dei "no" dei 5 stelle come pretesto per far cadere il governo a fine gennaio, tornare al voto a marzo e riproporre l'alleanza con Matteo Salvini. È la tesi proposta da un esponente Pd a Il Giornale: "Di Maio aspetta le elezioni regionali, e tifa per la sconfitta di Bonaccini per mandarci alle urne nel momento di massima debolezza". Inoltre il Movimento 5 stelle è profondamente disunito; motivo per cui ci si può aspettare di tutto dai parlamentari ribelli. 

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