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Open e Renzi, Vittorio Feltri: "Ecco l'unico modo per ridare dignità alla magistratura"

Davide Locano
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Tangentopoli cominciò nel 1992 e non è ancora finita. A vent'anni dall' inizio della inchiesta più devastante svoltasi nel nostro disgraziato Paese, si continua ancora con i metodi sbrigativi usati disinvoltamente dalla magistratura per incastrare politici più o meno in vista. Mi pare che Renzi sia l'ultimo della lista dei presunti reprobi, accusato (insieme ai suoi familiari) per questioni poco chiare ma non abbastanza oscure da meritare uno scandalo sostenuto soltanto da chiacchiere e non da fatti concreti e provati. Le vicende giudiziarie si giudicano al termine del loro corso, mentre i giornali spesso sparano notizie non accertate che ne sputtanano i protagonisti, e ciò produce un polverone difficile da controllare. Leggi anche: Open, Vittorio Feltri: "Perché i pm se la prendono con Renzi" Vari imputati messi alla gogna e prematuramente dipinti quali delinquenti poi si sono rivelati non colpevoli e hanno meritato assoluzioni piene. Ne abbiamo perso il conto. Eppure ciò non basta a indurre alla prudenza i miei colleghi. Oggi è la volta di Renzi, che, finito nel tritacarne mediatico, viene trattato in modo vergognoso e condannato prima ancora di essere processato, ma in passato è successo anche di peggio. È ora di dire basta a sistemi affrettati che mettono in difficoltà uomini fino a prova contraria innocenti. La politica inoltre è diventata una riserva di caccia per i pm in cerca di notorietà, e ciò deve finire se intendiamo ridare un minimo di dignità al potere giudiziario nonché al quarto potere della stampa. Prima di crocefiggere il Rottamatore aspettiamo almeno di leggere le carte. Che diranno, almeno si spera, la verità, la quale non è mai quella divulgata dissennatamente dalle gazzette, sempre dedite a gettare fango anche in assenza di pantano. di Vittorio Feltri

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