Il retroscena

Beppe Grillo, telefonate ai senatori ribelli del M5s. Scontro con Di Maio

Marco Rossi

Beppe Grillo non controlla più il Movimento Cinquestelle, lo fa capire il Messaggero in un articolo pubblicato domenica 1 dicembre. Dopo le 48 ore romane (con doppio intermezzo all'ambasciata cinese) Grillo è ripartito. Direzione Genova. Ma a chi ha parlato con lui ha confessato: "Sono stanco, ma darò una mano. Ma non so ancora come". E così in questi giorni ha iniziato a telefonare ai senatori del M5S, molti dei quali non conosceva nemmeno di persona. Non solo: sempre Grillo ha promesso che prima della pausa natalizia, o subito dopo, ritornerà a Roma per partecipare a un'assemblea congiunta davanti a tutti i 300 parlamentari pentastellati. Per approfondire leggi anche: Beppe Grillo e il riavvicinamento al Pd Nei colloqui romani di una settimana fa, scrive Simone Canettieri, Grillo ha tenuto a specificare un concetto: "Se dovesse cadere il governo, la regola del secondo mandato non sarà cambiata. E anche Casaleggio la pensa come me". E dunque avanti così. O tutti a casa. Il richiamo di Grillo però ha avuto la reazione opposta da parte di Di Maio. Commentano dunque gli stessi senatori che si aspettavano una scossa nelle dinamiche interne: "Meno male che dovevamo lavorare con il Pd a progetti alti, qui è in corso una vera e propria strategia della tensione". Eppure Grillo fatica a far passare il messaggio di un' intesa strutturale con i dem soprattutto in vista del futuro, colpa anche di Di Maio. La guerra tra i due sembra appena cominciata.