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Franco Bechis, Dario Franceschini e il Mes: "Vuole fare un favore all'Europa"

Marco Rossi
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Franco Bechis, direttore del Tempo, nel suo editoriale di domenica 1 dicembre, analizza il ruolo di Dario Franceschini capodelegazione del Pd nel governo Conte, spiegando che: "vuole metterci nei guai favorendo la Ue". La solita scusa per dire che dobbiamo prenderci così come è la bozza di riforma del Mes, il meccanismo di stabilità europeo che regola l'intervento nelle crisi finanziarie dei singoli Stati o delle loro banche. Questa sindrome di Stoccolma, scrive Bechis, ha colpito praticamente tutti i premier e i partiti politici. Perché una cosa è ormai chiara: i guai dell'Italia di questi venti anni hanno sempre avuto all'origine la scelta di aderire acriticamente a trattati europei senza discuterne i meccanismi, che hanno finito per essere punitivi per il paese.  Per approfondire leggi anche:  Franco Bechis su Flavio di Muro Eppure nel giugno scorso alla vigilia del vertice sull'euro del 21 giugno il Parlamento aveva chiesto al premier di impugnare quella bozza di riforma, perché troppo penalizzante per l'Italia. Quella bozza non è ancora firmata, nonostante il cambio di maggioranza, e l' Italia può fare capire agli altri paesi che da oggi per quanto stretta imboccherà con decisione la strada di una revisione di quel testo modificando ogni meccanismo automatico che verrebbe a penalizzarla. Altrimenti la firma sotto la riforma del trattato non la metterà nessuno, spread o non spread. Così si comporta una classe dirigente che ha cuore il bene e il futuro dei cittadini del suo paese. E da questa storia si capirà se ce l'abbiamo una classe dirigente così...

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