I nostri soldi

Manovra, caccia all'Imu: l'idea del governo, ecco chi rischia di pagare di più per la sua casa

Davide Locano

Ci prova il premier Conte a dissimulare una sorta di gioco di squadra. A far credere che alla fine «nessuno ha vinto» e che la manovra - con gli emendamenti taglia-tasse voluti da Italia Viva - «è stata condivisa da tutte le forze politiche della maggioranza». Ma la verità è un' altra. La verità è che se la legge di bilancio sarà leggermente migliorata, che se la plastic tax scatterà a luglio (e non più ad aprile del 2020), la sugar tax ad ottobre e la stretta sulle auto aziendali diventerà poca cosa, gran parte del merito va dato al pressing di Matteo Renzi. Ora dalle promesse di Conte bisognerà passare ai fatti. Domani il maxiemendamento con le novità dovrebbe arrivare in commissione Bilancio al Senato con l' obiettivo di avere il via libera dell' Aula entro il prossimo venerdì. Ma il vero nodo sono le coperture. Dove si trovano i soldi? Di sicuro ci sarà un' altra rimodulazione della tassa sulla fortuna: portando dal 15 al 20% le imposte da pagare sulle vincite sui giochi si incassano 300 milioni. Un bel bottino che però non basta. Leggi anche: Retroscena: la crisi era già aperta, ma Mattarella ha salvato il governo CACCIA ALL'IMU Ecco perché il governo è tornato a bussare al solito portone, quello della casa. Nel pacchetto di emendamenti dei relatori, infatti, è spuntata una stretta sulle finte prime case, soprattutto quelle nei luoghi di vacanza. In sostanza, lo stesso nucleo familiare non potrà indicare più di un' abitazione principale anche se la casa si trova fuori dal territorio comunale di residenza della famiglia. La ratio della norma è evitare che grazie allo spostamento fittizio della residenza di uno dei due coniugi si riuscisse a non pagare l' Imu su un' abitazione che in realtà non è quella principale. Questione di giustizia si dirà, ma vista la situazione dei saldi della manovra soprattutto di cassa, sospettiamo noi. Anche perché la lista della spesa continua a gonfiarsi. Ci sarebbero da trovare i circa 350 milioni che vengono a mancare per il passo indietro sulla cosiddetta "Robin tax" sui concessionari pubblici: l' addizionale Ires del 3% sui concessionari di porti, aeroporti, ferrovie, tlc, acque minerali ed energia elettrica che avrebbe impattato sulle bollette. Il governo ci ha ripensato, ma adesso i soldi da dove usciranno? ALTRE ASSUNZIONI Così come servono risorse per accontentare le altre richieste arrivate dagli emendamenti dei relatori: dalla stabilizzazione del personale precario del servizio sanitario nazionale fino al l' assunzione di 100 persone al dipartimento per la giustizia minorile e di altri 160 dipendenti per l' organizzazione decentrata del ministero della Giustizia. Senza parlare del nuovo prestito per sei mesi da 400 milioni per Alitalia. Il problema è che i tempi stringono e che con ogni probabilità alla fine la manovra verrà approvata dopo solo due letture e non le consuete tre. Passato lo scoglio di Palazzo Madama, infatti, la Camera dovrebbe limitarsi a ratificare il testo senza introdurre altre modifiche per evitare di tornare al Senato. Iter che ha fatto andare su tutte le furie le opposizioni e in primis la Lega che ha minacciato di ricorrere alla Corte Costituzionale. di Tobia De Stefano