dura batosta

Stefano Bonaccini, la Cgil lo smentisce: crescita in calo, lavoratori precari e bassi stipendi

Caterina Spinelli

La Cgil, dunque la realtà più rossa d' Italia assieme all' Anpi, ieri ha silurato Bonaccini. A Bologna, in occasione della presentazione del rapporto Ires «L' economia e il lavoro in Emilia-Romagna», ne ha contestato l' operato in ambito industriale, occupazionale e turistico. Il sindacato è stato impietoso nei confronti del governatore Dem, il quale però, presente in sala, ha avuto l' ardire di affermare di non aver riscontrato alcuna «bacchettata», pur ammettendo che la frenata dell' economia regionale «è un bel problema» e che la regione «cresce la metà rispetto agli anni precedenti». Cose da niente, insomma, e dunque per quale motivo la Cgil avrebbe dovuto bacchettarlo? Il problema maggiore dell' Emilia-Romagna, ha evidenziato il sindacato, è il precariato: sono diminuite le ore di lavoro e di conseguenza gli stipendi e i redditi dei dipendenti, un terzo dei quali, stando al rapporto Ires, guadagna meno di 15mila euro lordi all' anno. La crescita è in frenata, quest' anno allo 0,5%. La disoccupazione è in calo, al 4,1% e di questo non possiamo che rallegrarci. E però i part-time e i contratti temporanei sono sempre di più, quindi sono diminuite la stabilità economica e la sicurezza delle famiglie. NUMERI IMPIETOSI «Non basta la piena occupazione» ha detto Luigi Giove, presidente regionale della Cgil, «abbiamo bisogno anche di buona occupazione. Ci sono troppe differenze tra territori, generazioni, uomini e donne». No Bonaccini, tranquillo, nessuna «bacchettata»! Dati alla mano, poi, nel primo semestre di quest' anno sono state più le aziende in difficoltà che quelle in crescita. Se aggiungiamo la chiusura evidenziata recentemente dalla Confesercenti regionale di 1.689 imprese in un anno, e il calo della piccola e media distribuzione (-1,6% e -2,3), ecco che abbiamo la riprova di come anche l' economia della ricca Emilia-Romagna, senza una guida regionale lungimirante, possa ristagnare. Fortunatamente tiene l' export, nei primi 9 mesi del 2019 a +4,8%. C' è poi il capitolo turismo, altro problema evidenziato dal nostro giornale nelle ultime settimane, e pure qui sono dolori. La riviera adriatica, storico santuario delle vacanze estive per i turisti di mezza Europa, sta perdendo attrattività. E non potrebbe essere diversamente visto il raddoppio della tassazione a carico dei proprietari degli stabilimenti balneari e il salasso sui porti turistici: gli operatori in che modo possono rientrare degli esborsi se non aumentando i prezzi? EVVIVA LE SARDINE Eppure Bonaccini, dicevamo, ostenta sicurezza: «Non ci siamo difesi, siamo andati in avanti. Non basta resistere, bisogna migliorare». E dire che la sinistra accusa il centrodestra di parlare per slogan! Ovviamente la Cgil, pur avendo silurato Bonaccini, non ha tessuto le lodi della Borgonzoni, anzi. La candidata leghista a governatrice è stata accusata di non aver dato risposta al patto per il lavoro proposto dal sindacato. E però rientra tutto nella norma: quando mai la Cgil si è prodigata in endorsement nei confronti di un esponente salviniano? La Cgil si è detta contenta che le sardine chiedano «una politica che torni a essere complessa» e che rifugga «gli slogan». C' è da chiedersi cos' abbiano letto o ascoltato gli adepti di Landini, ma va be'. E però almeno sulle sardine Cgil e Bonaccini la pensano allo stesso modo. Il governatore Dem è tornato a gettare l' amo: «Nelle loro piazze sento risuonare ideali e valori molto simili ai miei». La Borgonzoni ringrazia. di Alessandro Gonzato