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La destra è più femmina della sinistra: tutte le donne al potere, senza neanche bisogno delle quote rosa

Gabriele Galluccio
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L'unica leader di partito. La prima presidente del Senato. Due candidate alle prossime regionali, una governatrice che ha espugnato l'Umbria con un'impresa che ha un sapore epico considerati i cinquant'anni di incontrastato dominio rosso. Infine, due donne a capo dei gruppi parlamentari. Eccola, la destra accusata di sessismo e machismo, rappresentata come una forza demoniaca che riduce la donna a una statuina bella e muta. Senza ricorrere all'ipocrita stratagemma delle quote rosa che garantiscono una percentuale minima di signore nelle liste come fossero dei Panda in via di estinzione da tutelare, l'attuale centrodestra ha molte più donne al potere rispetto ai tempi della Boldrini, pure così attenta alle declinazioni femminili dei termini politici (lei era presidenta, non presidente). Per approfondire leggi anche: "Perché non parlate di questa roba?", Meloni ammutolisce Parlamento Cafè Donne che hanno espresso il proprio talento e si sono imposte senza il bilancino delle pari opportunità. Prendete Giorgia Meloni. La tostissima leader di Fratelli d'Italia che a quindici anni, il giorno dell'uccisione di Paolo Borsellino, entra per la prima volta in una sezione missina e non ne esce più. Nata alla Garbatella, periferia popolare di Roma Sud, Giorgia non può perdere tempo con lo studio: suo padre Francesco ha abbandonato la famiglia e lei deve portare i soldi a casa. Si diploma, lavora come barista e fa da baby sitter al primo figlio di Fiorello. L' ASCESA Dalle assemblee studentesche del partito organizzate chiamando i partecipanti uno ad uno a casa, arriva in Parlamento. Diventa ministro della Gioventù del quarto governo Berlusconi e rinuncia alla comodità di un'auto blu. Nel 2012 fonda Fratelli d'Italia insieme a Guido Crosetto e Ignazio La Russa. La attaccano. Le danno della matta scriteriata, ma adesso è il presidente del partito che è una macchina schiaccia-sassi e accumula-consensi. In un anno Giorgia ha più che raddoppiato i suoi voti passando dal 4,4% al 10,3%. E nell'ultimo sondaggio di Pagnoncelli ha superato Salvini nella classifica dei leader più graditi. Giorgia non parla per metafore: lei dice. E così, correndo su e giù per l'Italia, con pochi obiettivi ma chiari, ha trasformato Fratelli d'Italia nel partito di riferimento della destra conservatrice e patriottica. La forzista Maria Elisabetta Casellati è stata la prima a salire sullo scranno della seconda carica dello Stato. È avvocata e questa legislatura è la sua sesta da senatrice. Nel 1994 è entrata in Parlamento e da allora è stata più volte al governo e poi nel Csm. La partita più importante che il centrodestra si gioca a fine gennaio è nelle mani della leghista Lucia Borgonzoni che sfiderà Stefano Bonaccini. Un inseguimento cominciato in salita ma che si è trasformato in un testa a testa. Gli ultimi sondaggi danno la Borgonzoni solo pochi punti indietro e il traguardo non è più un miraggio. Contro di lei sempre la stessa accusa, quella di crescere all'ombra di Salvini: ieri Giuliano Cazzola, messo dalla Bonino nella lista a favore di Bonaccini, l'ha addirittura paragonata «al cavallo di Caligola». Ma lei sa difendersi. In pubblico e pure a casa. Nipote del partigiano-pittore Aldo, Lucia ha lottato per affermare le proprie idee e quando suo padre Giambattista ripete che non la voterà, non si sposta di un centimetro. Ieri il centrodestra ha formalizzato la candidatura della forzista Jole Santelli alle Regionali in Calabria dopo la decisione di Mario Occhiuto di ritirarsi dalla corsa "solitaria" (su di lui c'era il veto di Salvini). Classe 1968, da quasi vent'anni siede tra i banchi di Montecitorio. È stata tra l'altro anche sottosegretario di Stato al ministero della Giustizia e al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il 14 novembre del 2018 è stata eletta vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia. In questi giorni si è dimessa da vicesindaco di Cosenza. SACRIFICI E TALENTO L'attuale presidente dell'Umbria Donatella Tesei (quella dell'impresa epica) nel 2009 conquista Monfalcone e diventa sindaco. Poi, dopo dieci anni e cinquantatré giorni di campagna elettorale in oltre cento borghi, espugna l'Umbria. A capo dei gruppi parlamentari di Forza Italia alla Camera e al Senato ci sono Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini. Mentre vicepresidente della Camera è Mara Carfagna. Volti e nomi noti alla politica, tre donne approdate in Forza Italia ai tempi d'oro e ancora in prima fila. Fino al 5 settembre scorso la leghista Giulia Bongiorno era ministro della Pubblica amministrazione. Avvocato penalista famosissima grazie al processo Andreotti, non aveva alcun bisogno di scendere in politica se non quello di impegnarsi per il Paese. Ha introdotto prima la legge sullo stalking e poi il "codice rosso" che accelera l'iter dei procedimenti che riguardano i casi di violenza, velocizza le indagini e porta da 6 a 12 mesi il termine per presentare denuncia. Ha fatto per le donne molto più di quanto non abbiano fatto certe femministe di sinistra. Eccole, le signore di destra. È possibile che tra qualche mese questo articolo debba essere aggiornato: le candidate in Emilia e in Calabria potrebbero essere governatrici. E chissà quando (impossibile prevedere i tempi della politica) la Meloni potrebbe diventare premier. La prima donna. Di destra. di Lucia Esposito

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