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Luigi Di Maio contro Matteo Salvini: "Non ho bisogno di invocare Dio e Madonna per fare carriera politica"

Gabriele Galluccio
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"Non citerò madonne o Dio. Noi non abbiamo bisogno di slogan o frasi fatte, o di invocare l'aiuto di Dio per fare carriera politica". Luigi Di Maio si comporta ancora come un'amante delusa, proprio non ce la fa a lasciarsi alle spalle Matteo Salvini. E allora anche la religione diventa un modo per attaccare il leader della Lega e per prenderne le distanze. Anche se forse una preghierina Di Maio potrebbe farla ogni tanto, visto che da quando è finito il governo gialloverde lui ha dimezzato i consensi e Salvini li ha raddoppiati. Per approfondire leggi anche: Salvini fuori dal coro A proposito di governo gialloverde, il capo politico del Movimento 5 Stelle sostiene nella sua diretta su Facebook che "se è saltato ad agosto è anche perché non si voleva approvare la prescrizione. Adesso finalmente è entrata in vigore la legge sulla prescrizione. Prima si perdeva tempo e si riusciva a farla franca, ora se vieni condannato in primo grado la prescrizione non esiste più, devi arrivare a sentenza". Un'altra perla delle sue Di Maio la regala in materia di Reddito di Cittadinanza: "Ci sono i furbetti? Sì, ma alcuni giornali parlano di loro come se fosse una loro inchiesta, mentre si tratta di persone che sono scovate dalla Guardia di Finanza, da noi". E quindi? Qual è il punto? Probabilmente non lo sa neanche il leader grillino, altrimenti farebbe un'analisi seria del perché ci sono così tanti furbetti e non parlerebbe di chi e come li scova.

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