Vergogna rossa

Emilia Romagna, il sindaco di Jolanda e gli audio che inguaiano Bonaccini: "Vendette volute dal Pd"

Giulio Bucchi

Il sindaco di Jolanda di Savoia aggiunge accuse pesanti sul conto di Stefano Bonaccini. In un lungo post su Facebook, Paolo Pezzolato ripercorre la vicenda delle pressioni esercitate dal governatore uscente del Pd su Elisa Trombin, vicesindaca del piccolo Comune in provincia di Ferrara per convincerla a non candidarsi al fianco di Lucia Borgonzoni e della Lega. Leggi anche: "Se vinco siete finiti" "Una questione tra Comuni", l'ha definita Bonaccini escludendo minacce e dintorni. Pezzolato, però, vuole puntualizzare e ripropone la conversazione avuta con il governatore. "Mi telefonò alle ore 9.44 del 20 dicembre scorso dicendomi, fra l'altro, queste testuali parole: Io ieri sera ho parlato con Elisa…dalla telefonata non mi ha detto che si candida con la civica della Borgonzoni…se la scelta è quella è chiaro che poi succede qualcosa nei rapporti con voi…te lo volevo dire perché se è così se per caso vinco io come è probabile dopo però non mi cercate più…io non ho detto che deve candidarsi con me…diceva di no punto…sto dicendo che se me la ritrovo candidata di là…io il punto è parlane con lei e dille che ti ho chiamato…la cosa che dico solo è che dal candidarsi con me al trovarmela di là…. chiaro che dopo allora c’è un giudizio, tanto che mi sentivo messo nelle condizioni di rispondere che le avrei parlato". A quel punto, spiega Pezzolato, è successo qualcosa di strano. "Elisa ufficializza la sua candidatura con la civica della Lega e a quel punto mi vedo in poco tempo sottrarre in maniera anomala risorse di personale importantissime per il mio Comune che mi erano state appena concesse". Una brutta storia, visto che per un Comune di 3000 abitanti si tratta di risorse economiche fondamentali. Il sindaco ha poi sottolineato di aver contattato il collega di Riva del Po, "nonché presidente dell'Unione Terre e Fiumi", per chiedere spiegazioni. Telefonata registrata, spiega Pezzolato. Ecco la risposta: "In campagna elettorale purtroppo la situazione è questa….Paolo io ti ho dato dei messaggi deve passare la campagna elettorale…io capisco la tua situazione ma tu capisci anche la mia che avevo il coltello puntato nella schiena…la rimandiamo di due settimane poi andrà come andrà…saranno 15 giorni di inferno…quando fai discorsi di carattere politico essendo tesserato di un partito bisogna anche di....ho il fiato puntato sul collo di chi diciamo governa più in alto…siccome io non devo fare carriera a me non me ne frega niente…ma un po' di disciplina la vuol". Poi in una seconda registrazione, nella quale Pezzolato riferiva apertamente a Zamboni che avevo capito trattarsi di ritorsioni comandate da Bonaccini e lo invitava a chiamarlo e farsi contattare per farlo ragionare. Ma Zamboni rispondeva “te l’ho già detto, devono passare questi 15 giorni...vedrò se riesco a muovere in quel senso lì…dico che provo, sicuramente, certo”. Il primo cittadino di Jolanda di Savoia conclude con una richiesta ai suoi interlocutori: l'assenso a rendere pubbliche quelle conversazioni, già messe a disposizione della magistratura, nell'interesse unico della legalità, oltre che dell'imparzialità e del buon andamento della pubblica amministrazione.