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Franco Bechis su Matteo Salvini: "Un uomo solo al comando, l'errore che non deve ripetere"

Gabriele Galluccio
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All'indomani della sconfitta di Lucia Borgonzoni in Emilia Romagna contro Stefano Bonaccini, Franco Bechis dà la sua lettura al voto regionale dalle colonne de Il Tempo. In particolare, il direttore del quotidiano romano si concentra su "l'uomo solo al comando", ovvero su Matteo Salvini e quel ruolo che "rischia di diventare sempre un limite nelle varie stagioni politiche". È successo in tempi recenti a Matteo Renzi e prima ancora a Silvio Berlusconi, potrebbe diventare il vero problema anche del leader leghista. Leggi anche: "Contro Bonaccini ci voleva un uomo" Bechis definisce l'Emilia Romagna "l'ultimo muro di Berlino" ancora esistente in Italia, inoltre non è bastata per la vittoria la scelta di accentrare su di sé "l'assalto lasciando sullo sfondo un candidato non fortissimo come Lucia Borgonzoni". Bechis riconosce che l'uomo solo al comando è stato "il segreto del successo di questi anni", ma adesso Salvini deve "rafforzare la classe dirigente, provare a costruire un gruppo che non abbia l'esclusivo compito di ripetere a pappagallo le parole del leader". Questo è il "salto di qualità" che deve compiere il leghista all'indomani della sua prima vera sconfitta elettorale. Per il direttore de Il Tempo il tema di una classe dirigente preparata e anche un po' indipendente da Salvini è rilevante, se non addirittura decisivo: "Diventa ancora più importante puntare sulle persone, tenendo conto in quest'ottica anche l'alleanza con le altre due forze della coalizione. Perché se in quel posto la Lega ha bisogno di tempo per far crescere il proprio personale politico, magari - chiosa Bechis - invece c'è un candidato più adatto di Fratelli d'Italia o di Forza Italia, come dimostra il lusinghiero risultato della Calabria".

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