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Emilia Romagna, i casi di Goro e Fiumalbo: i comuni della Lega che mostrano una spaccatura profonda

Gabriele Galluccio
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L'Emilia Romagna è stata la sfida tra le città e le campagne. Hanno vinto le prime, che si sono schierate soprattutto dalla parte di Stefano Bonaccini, riconfermatosi governatore della regione a scapito di Lucia Borgonzoni. Quest'ultima ha pagato una differenza abissale con l'avversario soprattutto nelle preferenze raccolte a Bologna e provincia, dove l'affluenza ha raggiunto quasi il 71%, il dato più alto. Per approfondire leggi anche: Feltri, Salvini e la "guerra mondiale" in Emilia Come sottolinea Marco Imarisio sul Corriere della Sera, c'è però una frattura quasi insanabile tra le aree metropolitane ed il resto del territorio, come la campagna e le montagne più lontane. Nei piccoli paesini praticamente abbandonati dalla sinistra, per la Lega è stato un plebiscito: i picchi si sono registrati a Fiumalbo (in cima all'Appennino modenese) con il 77,4% delle preferenze indirizzato verso la candidata di Matteo Salvini, e soprattutto a Goro con il 78,7%, primato assoluto. Da queste parti il senso di abbandono è alto e spinge verso la voglia di cambiamento rappresentato dalla Lega.

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