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Sergio Mattarella, irritazione sulla prescrizione: retroscena, in caso di crisi manda l'Italia alle urne

Cristina Agostini
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Sergio Mattarella è molto irritato, se il governo giallo-rosso non trova l'accordo sulla prescrizione si torna alle urne. Voci dal Quirinale parlano di un presidente della Repubblica ormai spazientito: è stanco di essere tirato per la giacca da Forza Italia o da Italia Viva. Tutti a richiamarlo sulla Costituzione. Il presidente una sua "dottrina" ce l'ha: secondo un retroscena rivelato da La Stampa, al presidente interessa che le regole del gioco vengano rispettate tanto nelle procedure quanto nella sostanza. Per esempio, la Corte costituzionale potrebbe inalberarsi qualora l'accordo di maggioranza venisse infilato a forza nel decreto Milleproroghe. Ergo, la prescrizione può essere infilata al massimo per sospendere gli effetti della riforma Bonafede, senza inserirvi il testo del nuovo accordo "Conte-bis", e sempre che i presidenti delle Camere se ne assumano la responsabilità. Nel caso invece in cui il governo volesse procedere per decreto-legge, Mattarella starebbe attento a verificare che il taglio della prescrizione non significhi "fine processo mai"; prima di autorizzarlo, pretenderebbe un collegamento esplicito con la riforma del processo penale, sempre annunciata dal governo e mai presentata. Leggi anche: "Pensano solo alla bandierina". Maria Elena Boschi umilia M5s e Bonafede: governo, il giorno del giudizio? Intanto l'attenzione si è spostata tutta sulla mozione di sfiducia del ministro della Giustizia annunciata da Matteo Renzi. Davvero il governo andrà in crisi? E in quel caso, il Colle, cosa intende fare? Un'indiscrezione dal Quirinale rivela che Mattarella sarebbe pronto a sciogliere le Camere. In caso di crisi, insomma, il percorso sarebbe questo: domenica 29 marzo referendum sul taglio degli onorevoli, in fretta una legge elettorale e poi tutti al voto. 

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