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Matteo Salvini, l'indiscrezione: dopo Gregoretti e Open Arms, nuova bomba giudiziaria dalla Russia

Giulio Bucchi
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Dopo Gregoretti e in attesa di Open Arms, il nuovo fronte caldo giudiziario per Matteo Salvini potrebbe tornare a essere la Russia. "Non abbiamo mai preso un euro. C'è un accerchiamento. Savoini per me è una persona perbene e fino a prova contraria continuerò a ritenerlo una persona perbene", ha ripetuto il leader della Lega.   Leggi anche: "Io a processo per i migranti, e intanto la Spagna...". Salvini inchioda l'Europa degli ipocriti Dall'Europa, intanto, è stato il liberale Guy Verhofstadt a spedire un inquietante pizzino parlando di un Salvini "da processare anche per la sua massiccia corruzione con tangenti petrolifere russe". Parole che gli sono valse una querela da parte dell'ex ministro degli Interni, oltre che le accuse, tra gli altri, di Guido Crosetto e Maria Giovanna Maglie. Ma qualcosa si sta muovendo. Come riportato dal Giornale, giovedì i giudici della Sesta Sezione penale della Cassazione, motivando la sentenza con cui hanno respinto il ricorso della difesa di Savoini contro l'ordinanza del Riesame di Milano sul sequestro probatorio dei suoi due telefoni cellulari, ha messo nero su bianco che "la registrazione acquisita dall'inquirente riproduce un accadimento della realtà". Confermerebbe, in altre parole, "un accordo illecito per la retrocessione di importanti somme di denaro a favore del partito politico Lega e dei funzionari russi, coinvolti nella trattativa della vendita di prodotti petroliferi". Accuse tutte da dimostrare, ma sono altri guai.

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