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Sardine, espulso l'attivista che criticava Mattia Santori: "Mi hanno cacciato con un voto su WhatsApp"

Davide Locano
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Si sente puzza di pesce a sinistra, le Sardine invecchiano in fretta. Il neonato movimento rischia di passare dalla sala parto alla casa di riposo senza neanche passare per uno strapuntino in Parlamento. E la colpa è soprattutto del leader Mattia Santori, che dopo le Regionali emiliane aveva promesso di sparire per qualche tempo ma non ha saputo resistere alle tentazioni mediatiche. Ha continuato a collezionare più presenze sul piccolo schermo di Albano, Belen, e Malgioglio messi insieme. E il dramma del giovane tonnetto è che più parla, più s' incarta e perde credibilità. Finché si era limitato a riproporre il suo messaggio "Salvini è cattivo", il 32enne semi-occupato non aveva faticato a tenere insieme i suoi squali. Appena ha finalmente provato a uscire dal tracciato e a esprimere qualche parere, i seguaci hanno immediatamente capito di non aver di fronte quel genio della comunicazione politica che tanti commentatori avevano pensato di aver scoperto. E ora le acciughe continuano a sbranarsi tra loro. Leggi anche: "A belli capelli", Mattia Santori deriso in pubblico GAFFE A RAFFICA D'altra parte, giorno dopo giorno, la lista delle uscite da manicomio inanellate dal giovane bolognese s' allunga. Giovedì si è lanciato in un incomprensibile parallelo a luci rosse tra le sue iniziative e quelle dei leghisti: «Salvini è un erotico tamarro, noi invece proponiamo un modello di erotico romantico». Un' immagine agghiacciante. Ma comunque meglio dell' indovinello che aveva proposto a Di Martedì alcune settimane fa: «Ma se a un bambino autistico quando gli passa la palla da basket questo ritrae le mani, come riesce a passargli la palla e fare in modo che questo la raccolga con le mani che non sa usare?». Enigma incomprensibile. L' unica certezza è che il povero bimbo andrebbe tenuto lontano da questi soggetti. Il movimento dei «partigiani del nuovo millennio», come li aveva definiti sempre Santori qualche giorno fa in un' intervista al Corriere facendo ridere mezza Italia. L' altra metà invece ha trovato di comicità irresistibile la proposta di istituire uno strano programma Erasmus tra Nord e Sud del Paese. MESSI ALLA PORTA In sintesi, invece di spedire i giovani a studiare all' estero per un periodo, l' idea sarebbe quella di mandarli a Foggia o da qualche altra parte della penisola a istruirsi. Una cavolata che, peraltro, non è stata sparata al bar, ma proposta direttamente nel corso di un incontro con il ministro per il Sud. E così nel gruppo è scoppiata una mezza sommossa. Un delegato lucano ha criticato i vertici e ieri è stato espulso («Mi hanno cacciato dopo una votazione su Whatsapp», ha spiegato). E alla fine la capofila calabrese Jasmine Cristallo s' è dovuta scusare: «Non intendevamo risolvere con questo la questione meridionale». Pochi giorni prima, però, era stata la stessa Cristallo a contestare Santori per aver deciso di farsi fotografare con Luciano Benetton e Oliviero Toscani. Un ritratto che secondo la ragazza "certamente instilla reazioni fortemente negative", ovviamente riferendosi alla tragedia del ponte Morandi. E infatti dopo la pubblicazione di quello scatto per la prima volta i social si sono riempiti di insulti nei confronti dei ragazzi emiliani. Per la prima volta il leader è stato contestato in piazza mentre cercava di parlare con i giornalisti. E soprattutto in seguito alle discussioni è arrivata la scissione con il comandante romano Stephen Ogongo, che se ne era andato sparando a zero contro i 4 fondatori, accusati di aver schierato la loro creatura "troppo a sinistra". Difficile dimenticare, inoltre, gli scontri sulla gestione della cassa dell' associazione, appannaggio sempre degli stessi quattro. Così le piazze stanno cominciando a svuotarsi. Prima Santori non faticava a trovare emulatori in tutte le città (una specie di franchising dei rompiballe). La scorsa settimana, al contrario, al raduno organizzato a Scampia si sono presentate poche decine di disperati. Gli organizzatori hanno reagito rilanciando e fissando nuovi appuntamenti. Il vero banco di prova sarà domani a Roma. A dicembre i quattro bolognesi avevano radunato 35mila persone in piazza San Giovanni. Se le cose questa volta dovessero andare diversamente scoppierà inevitabilmente un' altra rissa interna. di Lorenzo Mottola

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