Stop al Viminale

Decreto sicurezza, nessun accordo tra Pd e M5s: Lamorgese, nuova bomba sotto il tavolo del governo

Giulio Bucchi

Nessuna intesa sui decreti sicurezza che rischiano di trasformarsi nella prossima bomba sotto il tavolo del governo. Dopo tre ore di discussione a palazzo Chigi, con la mediazione del premier Conte, la maggioranza non ha trovato un accordo sulla modifica delle norme varate a suo tempo dall' esecutivo giallo-verde. Da una parte restano Dem, Italia Viva e Leu che chiedono una radicale trasformazione dei provvedimenti voluti da Salvini e anche una modifica del memorandum Italia-Libia che, in realtà, il governo avrebbe appena confermato (salvo poi chiedere alla Libia una serie di modifiche ancora da discutere e concordare); dall' altra sono, invece, schierati i Cinquestelle molto più cauti in materia, anche se, naturalmente, tra gli stessi grillini non mancano le divisioni.  Leggi anche: "Cancellare Salvini", sardine e Repubblica in pressing sulla Lamorgese Il sottosegretario Pd all' Interno, Matteo Mauri parla di «un incontro molto positivo. Si sono fatti molti passi avanti, si sono condivisi obiettivi comuni e si è affrontato in modo concreto quello che è l' esito di questo anno e mezzo di decreti, valutando tutte le questioni negative che hanno portato e decidendo di intervenire». Per ora, però, tutto è stato rimandato. Quello che emerge è che si andrebbe verso due decreti separati: uno sulla sicurezza e un altro sull' immigrazione. «In particolare», spiega Mauri, si è riflettuto «sul tema dell' integrazione e su come questi dl hanno prodotto obiettivamente irregolarità. Abbiamo condiviso uno schema di lavoro, abbiamo deciso di dividere la parte più legata alla sicurezza e quella legata all' immigrazione e abbiamo riflettuto, con qualche accenno diverso ma assolutamente riconducibile all' unità, su quali possono essere gli interventi». Il renziano Gennaro Migliore insiste a parlare di «radicale modifica» e di una «revisione complessiva degli accordi con la Libia». Le multe alle ong, aggiunge l' esponente Iv «chiediamo che vengano eliminate: chi salva vite umane non può essere multato». Il capo politico grillino Vito Crimi, però, frena: «I decreti sicurezza sono stati concepiti sulla scorta di una esigenza reale, per affrontare e risolvere criticità a tutti evidenti. Tornare indietro vanificherebbe i positivi risultati ottenuti». Così, per ora, ogni decisione è rinviata, forse anche per timore dell' opposizione che annuncia già battaglia.