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Matteo Renzi e Giuseppe Conte, presto il faccia a faccia. Premier stufo: "Conta in Parlamento"

Giulio Bucchi
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Si vedranno, Matteo Renzi e Giuseppe Conte, ma il faccia a faccia tra il leader di Italia Viva e il premier più che segnare la fine delle ostilità potrebbe inaugurare la crisi di governo. "Parleremo col premier Conte e decideremo cosa fare - ha spiegato Renzi -. Per noi le idee vengono prima delle poltrone. E non stiamo al governo a tutti i costi, ma solo se possiamo fare cose giuste". Conte, dal canto suo, ha aperto al leader di IV, ma fissando paletti chiari. E soprattutto rinviando il vero confronto in Parlamento, senza escludere l'ipotesi della conta per verificare se la maggioranza ha ancora i numeri.  Leggi anche: "Quando e come farà cadere Conte". Cosa sa la Meli su Renzi e Italia Viva Stufo di settimane di minacce a mezza bocca e via media, il premier secondo indiscrezioni da Palazzo Chigi avrebbe perso definitivamente la pazienza: "Così non si arriva alla fine dell'anno", è il ragionamento con il suo staff. "La porta è sempre aperta", la butta lì benevolo ma all'ultimatum lanciato da Renzi, che ha minacciato la sfiducia a Bonafede in assenza di un accordo sulla prescrizione entro Pasqua, l'avvocato risponde prospettando a sua volta la rottura. "Io rifuggo da passaggi televisivi o altro: ci sono le sedi istituzionali dove si affrontano in modo lineare e trasparente i passaggi istituzionali". In Parlamento, spiega, "ci sarà l'esito del rilancio dell'azione di governo all'esito del confronto con le forze di maggioranza", e quella "sarà l'occasione per formalizzare l'agenda 2023 in modo lineare e trasparente". E se con Renzi sarà rottura, giura Conte, non ci sarà alcun paracadute politico: "Ho chiesto la fiducia al parlamento con un determinato assetto e determinati gruppi, sarebbe assolutamente improprio cercare altre maggioranze". La responsabilità della caduta del governo, insomma, sarebbe tutta di Renzi.

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