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Letta teme per il governo: chiede la fiducia a Renzi

Enrico Letta e Matteo Renzi

Ignazio Stagno
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Dopo la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore e l'addio alla maggioranza da parte di Forza Italia, il premier Enrico Letta comincia  a sentire "puzza di bruciato". Gli alfaniani che fanno da stampella al governo non sono un'assicurazione sulla vita. Ma il problema più grosso per Letta si chiama Matteo Renzi. Il rottamatore mentre si avvicina alla leadership del Pd ha avvisato il premier: "Dopo l'8 dicembre si fa come dico io". Una vera e propria minaccia che preoccupa Letta. "La fiducia di Renzi" - Così il premier prova a chiedere "la fiducia" a Renzi in vista anche della verifica in Aula chiesta da Forza Italia e avallata dal Quirinale. Letta intende presentarsi in Parlamento per la "nuova fiducia" solo dopo l'otto dicembre, aspettando quindi l'esito del voto per la segreteria del partito. "Proporrò al capo dello stato di andare in parlamento dopo le primarie del pd - ha detto da Vilnius - riterrei inusuale fare una corsa per avere una fiducia prima dell'8 dicembre e delle primarie del Pd". Ipotesi dimissioni - Ma non ci sarà nessun rimpasto di governo. "La squadra del Consiglio dei ministri funziona, ovviamente ci sono le dimissioni dei sottosegretari e dei viceministri" di Forza Italia. "Vedo che arrivano con il contagocce...", ha commentato. Infine su un'ipotesi di dimissioni Letta ha affermato: "Quanto all'ipotesi di dimissioni, il premier ha detto: "Valuterò e valuteremo assieme con il Capo dello Stato, credo sia la cosa più corretta da fare". "Il percorso deciso con il capo dello stato- ha aggiunto - sono sicuro consentirà un chiarimento tra le forze politiche e ognuno si assumerà le sue responsabilità fino in fondo". Poi ha ribadito: "quello che conta è la sostanza, che noi avremo la nuova fiducia che rilancerà e rafforzerà il governo". Ma la scelta di Letta non piace a Forza Italia. "Bella sensibilità istituzionale da parte del presidente del consiglio, Enrico Letta, che ha detto di voler proporre al capo dello Stato una verifica davanti alle camere dopo le primarie del Pd dell'8 dicembre", ha spiegato Renato Brunetta. "Il premier antepone le vicende interne al partito democratico ai suoi doveri istituzionali. Siamo certi che il presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, lo richiamerà ad essere responsabile nei confronti del parlamento e nei confronti del paese, prima che davanti al suo partito".

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