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Scelta Civica, Giannini: "Renzi premier senza il ritorno alle urne"

Stefania Giannini (Scelta Civica) lancia la bomba: "Può andare a palazzo Chigi senza passare dalle urne e sostituire Letta, ma ci vuole l'ok del Colle..."

Ignazio Stagno
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Il 2014 è cominciato con le dimissioni di Stefano Fassina da viceministro dell'Economia. Se fosse un segnale del destino ecco che allora il pronostico su una rapida caduta del governo  Letta potrebbe diventare attendibile. L'esecutivo è schiacciato nelle ultime settimane tra il pressing del rottamatore he impallina sistematicamente le scelte del premier e l'accelerazione verso le urne che chiede Forza Italia. In mezzo c'è la riforma elettorale. Un tema caldo che va affrontato presto per dare poi il semaforo verde al ritorno alle urne. Ma a parte le trattative alla luce del sole su una riforma del Porcellum, bocciato senza se e senza ma dalla Corte Costituzionale, ci sono altre trattative a fari spenti che vanno avanti in Transatlantico. Finora le ipotesi per sbloccare lo stallo istituzionale sono due: un patto di governo tra Pd, Scelta Civica e Ncd per arrivare alla deadline del 2015, oppure un voto anticipato a maggio con un election day che unisca europee e politiche. Ma a quanto pare, ed è questa la sorpresa delle ultime ore, c'è un'altra strada che potrebbe essere battuta per sbloccare la situazione. Renzi premier senza voto - La suggerisce, come racconta il Foglio, la coordinatrice di Scelta Civica, donna di fiducia del Prof Mario Monti, Stefania Giannini. Lo schema di Scelta Civica prevede un cambio della guardia a palazzo Chigi tra Letta e Renzi. "Se questo governo non dovesse raggiungere i suoi obiettivi; e se andare alle elezioni dovesse risultare un'opzione impossibile; Renzi dovrebbe prendere coraggio, andare al Quirinale, assumersi le sue responsabilità e proporsi come successore di Letta in questa legislatura. Il caso Fassina nasconde una realtà che non si può contestare, cioè un problema di equilibri politici all'interno del Pd. Che non dipendono da una battuta infelice quanto dalla legittima necessità di segnalare un problema politico che è del partito, ma anche del governo. E qui non si tratta di parlare di rimpasti. Si tratta di smetterla di negare l'evidenza: il governo Letta è anche il governo di Renzi. Renzi è il suo principale azionista e non può limitarsi a fare solo le pulci. Deve decidere. O costruire fondamenta o avere il coraggio di confessare che la tentazione del voto è forte e quindi tagliare le gambe. Per ora ha offerto più la seconda che la prima impressione. Cosa fare? Un percorso in teoria c'è". La mano del Prof - Insomma l'ipotesi di cui si discute da fine dicembre in Transatlantico prevede uno sbraco di Renzi a palazzo Chigi con l'ok del Colle senza passare per le urne. Un pò come fece Massimo D'Alema nel 1998 che sostituì Romano Prodi alla guida del governo. L'ipotesi dunque di un Renzi premier senza voto comincia a farsi strada. Ma un colpo di mano così forte potrebbe definitivamente far saltare il banco. La mossa di Scelta Civica è anche guidata da una fame di poltrone. La stessa Giannini, su consiglio di Monti, aveva minacciato di far cadere Letta se non fossero state distribuite nuove poltrone di governo al partito del Loden. Insomma la proposta di Scelta Civica sembra più dettata da interessi di bottega che da una prospettiva di governo. Il Prof ha ormai capito che rischia di scomparire col suo centrino e allora l'ultima spiaggia per resistere si chiama: Matteo Renzi. 

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