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Senato, costituzione di parte civile: la reazione di Berlusconi

Lucia Esposito
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La decisione del presidente di Palazzo Madama Piero Grasso sulla costituzione di parte civile del Senato nel processo sulla compravendita dei senatori (contrariamente a quanto aveva deciso l'ufficio di presidenza che aveva salvato il Cav) ha innervosito Berlusconi che vi ha visto dietro la "longa manus" di Giorgio Napolitano. Tuttavia, non si è lasciato travolgere dall'ira che hanno espresso diversi forzisti (leggi) e, nella riunione riestretta (presenti Giovanni Toti, Denis Verdini, i capigruppo Renato Brunetta e Paolo Romani) ha ribadito più volte che non farà saltare il tavolo delle riforme, non vuole mandare alle ortiche l'asse che ha creato con Renzi. Ha cercato di dare una lettura politica alla decisione del Presidente del Sanato, vedere in controluce lo zampino di Re Giorgio ma anche una possibile trappola tesa dai lettiani per far saltare l'accordo con Renzi sulle riforme, in primis sulla legge elettorale. Il piano .  Per questo oggi, giovedì 6 febbraio, guarda con attenzione alla direzione del Pd. Il suo ragionamento è più o meno questo: se Renzi va al governo al posto di Letta per portare avanti il discorso delle riforme, nel suo governo dev'esserci necessariamente posto per Forza Italia. Insomma, il Cav accarezza l'idea di rientrare al governo dopo la decadenza di novembre e l'addio alle larghe intese. "Non possono pensare di fare le riforme con noi e poi tenerci fuori dal governo che deve condurle in porto", ha detto ai suoi fedelissimi. 

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