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M5s, la procura di Torino chiede 9 mesi di reclusione per Beppe Grillo

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Ignazio Stagno
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Un'altra tegola intesta per Beppe Grillo. Dopo essere finito nel mirino dei pm di Genova per "aver istigato militari a disobbedire alle leggi", ora arriva un'altra botta giudiziaria dalla procura di Torino. I giudici piemontesi hanno chiesto la condanna a 9 mesi del leader 5 Stelle, nell'ambito del processo ai No Tav per la violazione dei sigilli alla baita Clarea, in Valsusa, un presidio che era stato messo sotto sequestro per abuso edilizio. La pena è stata chiesta dai pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo al processo che vede imputati una ventina di militanti No Tav. L'episodio che inchioda Grillo alla sbarra è quello del 5 dicembre 2010. Nei boschi della Val Clarea i No Tav avevano costruito una baita-presidio, proprio nell'area dove nel 2011 è sorto il cantiere del tunnel della Maddalena. Siccome mancava l'autorizzazione edilizia, i carabinieri avevano apposto i sigilli. Nell'autunno del 2010 i No Tav li avevano rimossi più volte. "Il sistema giustizia sta crollando, se la prendono con gli inermi applicandola ai massimi livelli. I No Tav sono persone perbene e non hanno mai fatto male a nessuno", aveva detto Grillo in una delle sue apparizioni in Aula durante il processo. Ora per "quelle persone per bene" rischia di pagare un conto con la giustizia. 

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