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Berlusconi, gli arresti domiciliari valgono il 3%

Andrea Tempestini
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In attesa che vengano definiti i (nuovi) contorni della politica, le alleanze, il ruolo di Matteo Renzi e il futuro (inesistente?) del governo Letta, Silvio Berlusconi segna due date sul calendario: il 10 aprile e il 25 maggio. L'udienza al Tribunale di Milano per decidere la sua pena e il giorno dellee elezioni Europee. Il primo appuntamento, però, è quello con le toghe. Il Cavaliere, quotidianamente, contatta i suoi legali - Niccolo Ghedini e Franco Coppi - per mettere a punto la strategia in vista dell'udienza del tribunale di sorveglianza di Milano. Le due strade - I magistrati del pool meneghino saranno chiamati a decidere sull'attuazione della pena per la condanna definitiva dei processo Mediaset. Le strade sono due: servizi sociali o arresti domiciliari. La prima strada resta quella più probabile, anche perché Giorgio Napolitano, dopo la condanna, in una nota ricordò che "va ribadito che la normativa vigente esclude che Silvio Berlusconi debba espiare in carcere la pena detentiva irrogatagli e sancisce pene alternative, che possono essere modulate tenendo conto delle esigenze del caso concreto". L'ex premier, però, vorrebbe evitare "l'umiliazione" dei servizi sociali. Tre punti in più - Ma per Berlusconi non è solo una questione di "umiliazione" (i servizi sociali, inoltre, potrebbero anche tradursi in un certo ritorno d'immagine per il leader di Forza Italia). Il Cavaliere, infatti, "ambirebbe" ai domiciliari anche per un calcolo politico: la misura restrittiva, stando ad alcuni sondaggi che circolano nel partito, varrebbe tre punti in più alle elezioni. Tre punti in più, dunque, alle Europee del 25 maggio (e, magari, alle politiche che potrebbero tenersi già nei prossimi mesi).

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