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Governo, il premier martedì al Colle: verso un Letta-bis

Andrea Tempestini
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Non lunedì, ma martedì. Poco cambia: tra poche ore Enrico Letta salirà al Colle, e a Giorgio Napolitano illustrerà quella "iniziativa" di cui ha parlato sabato, da Sochi, in Russia per le Olimpiadi invernali. Esclusa l'ipotesi delle dimissioni: il premier, nonostante le indiscrezioni, non sarebbe sul punto di lasciare Palazzo Chigi. Lo stesso premier vuole evitare la staffetta con Matteo Renzi (che non ha perso occasione per pungerlo: "Va da Napolitano e presenta un programma? Era ora..."), e con tutta probabilità, martedì, staffetta non sarà. Le pulsioni per avere il segretario Pd in veste di premier al posto di Enrico si fanno sempre più forti, ma per ora Enrico stesso dovrebbe resistere. Programma e rimpasto - Dunque, al Colle, Letta presenterà un programma, scavalcando così il suo Pd e Renzi, che in merito si dovrebbero esprimere il 20 febbraio nella prossima Assemblea. Tra i punti del programma dovrebbero esserci nuove politiche per il lavoro (ma attenzione, il renziano "jobs act" non c'entra nulla, dato che nei fatti non esiste ancora), quindi dei capitoli sulle misure anti-debito e sulle privatizzazioni di beni e asset statali. Ma sul tavolo non c'è solo il programma. Infatti, ed è questo in realtà il primo punto all'ordine del giorno, Letta discuterà con Napolitano di un rimpasto piuttosto radicale, che come ovvia conseguenza richiederà una crisi pilotata (ma quanto è pilotabile, davvero?) e un seguente (e rischioso) voto di fiducia. Un Letta-bis, insomma. Chi entra, chi esce - Nel rimpasto, secondo le indiscrezioni, è prevista la promozione del renziano Graziano Delrio, che gode della stima del Quirinale: l'idea è quella di coinvolgere Renzi nel governo, tirandolo per la giacchetta grazie al fido Delrio. Angelino Alfano, da par suo, ha detto di essere disposto a lasciare il Viminale restando però vicepremier. Tra i ministri in odor di sostituzione c'è anche Anna Maria Cancellieri, da sostituire, probabilmente, con un altro tecnico. In bilico anche lo Sviluppo Economico di Flavio Zanonato, il Lavoro di Enrico Giovannini e poi c'è l'Agricoltura, vacante dopo le dimissioni della Nunzia Di Girolamo. Da individuare anche il viceministro dell'Economia (il posto che fu di Stefano Fassina) e il viceministro degli Esteri, lasciato da Bruno Archi quando Forza Italia è uscita dal governo. E Fabrizio Saccomanni? Il discusso titolare dell'Economia sarebbe tra gli intoccabili. Una circostanza che potrebbe minare gli equilibri tra Enrico Letta e Alfano, che al contrario del primo vuole una rivoluzione in via XX Settembre.

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