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Impeachment, il parlamento salva NapolitanoForza Italia esce dall'aula

Il Comitato parlamentare ha votato per l'archiviazione della richiesta, presentata dal Movimento Cinque Stelle, di messa in stato d'accusa del presidente della Repubblica. Toti vuole altri chiarimenti

Nicoletta Orlandi Posti
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Impeachment bocciato. Il Comitato parlamentare ha votato per l'archiviazione della richiesta, presentata dal Movimento Cinque Stelle, di messa in stato d'accusa del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. L'istanza è stata ritenuta "manifestamente infondata" con i 28 sì di Pd, Ncd, Sel, Scelta Civica, Popolari per l'Italia e Socialisti. Contro hanno votato gli otto rappresentanti dei Cinque stelle. I dem, durante la dichiarazione di voto, hanno accusato i grillini"per la strumentalità della vostra azione. Tanto più che si   è tentato di sfruttare un organo di garanzia posto a tutela del sistema democratico". E lo si è fatto, secondo Rossomando, "per fare campagna elettorale con mezzi maldestri. Questa strumentalità è un tentativo di uscire dall'isolamento politico in cui vi siete   cacciati". Forza Italia prende le distanze da M5S - Al voto non hanno preso parte i due presidenti, Ignazio La Russa e Dario Stefano. Forza Italia ha lasciato l'aula in segno di protesta per l'accelerazione dei lavori" del Comitato, al quale gli 'azzurri' avevano chiesto un ulteriore   approfondimento a seguito delle rivelazioni contenute nel libro di Alan Friedman. "Prendiamo le distanze dalla richiesta" di impeachment contro il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano "fatta dal M5S. Non esistono assolutamente i presupposti per procedere. Crediamo che tutti e sei i punti sviscerati  nell'atto di accusa non abbiano alcuna fondatezza". Forza Italia si   svincola dalla richiesta di impeachment dei 5 Stelle, ma non rinuncia   alle polemiche sul presunto 'sprint' dei lavori del comitato   parlamentare per i procedimenti d'accusa. Tanto che uscirà dall'aula   durante il voto. "Ieri - afferma, nel corso della dichiarazione di voto, il senatore Gianfranco Giovanni Chiarelli - abbiamo avanzato una richiesta di acquisire la documentazione necessaria", a seguito delle   anticipazioni del libro di Alan Friedman, "per fare una valutazione a 360 gradi. Ma la conduzione frettolosa del Comitato lascia forti perplessità. L'accelerazione impressa ai lavori per noi non è   giustificabile". La linea morbida del Cav - Del resto ad adottare con Napolitano una linea morbida è stato per primo Silvio Berlusconi. Finora non ha parlato, ma ai suoi avrebbe detto di non procedere sulla strada dell'impeachment. Certo è arrabbiato, ma secondo i suoi calcoli non conviene cedere alla tentazione come invece spingono i falchi Brunetta e Santanché di accelerare la capitolazione i Re Giorgio. Meglio aspettare e far crescere i consensi che questa brutta pagina scritta dal Quirinale inevitabilmente gli porterà. E' per questo che Giovanni Toti oggi chiede al Capo dello Stato altre spiegazioni. "Non so se Napolitano deve dimettersi, certo deve chiarire", dice il più diretto collaboratore di Silvio Berlusconi a conferma che per Forza Italia il caso aperto dal libro di Friedman sulla caduta dell'ultimo governo Berlusconi non è ancora chiuso. Anzi. "Di sicuro su quell'estate", dice ancora, dallo studio di Mattino Cinque, Toti, "c'è davvero ancora molto fumo e bisogna capire cosa è successo. Di sicuro non è rituale", incalza, "che un Presidente della Repubblica faccia consultazioni e affidi addirittura preincarichi, lo dice Monti, non noi, mentre c'è un governo in carica, non sfiduciato dalle Camere". La questione, spiega Toti, "non è con chi il Capo dello Stato prende il tè con i pasticcini ma il fatto che Monti dica che Napolitano gli aveva fatto chiaramente capire di tenersi pronto a un incarico di governo. Quando c'era un governo in carica, con tutti i suoi ministri al loro posto e", annota l'esponente FI, "si era a giugno e lo spread era a 250". I falchi premono - Ma non potrebbe essere finita qui. Lucio Malan, interpellato dall'Agi sui passi che il partito si accinge a compiere ha detto che Forza Italia valuterà la possibilità di impugnare l'archiviazione della messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica, decisa questa mattina dal Comitato formato da deputati e senatori. L'impugnazione è stata già messa in cantiere dal M5s, che ha annunciato l'avvio della raccolta firme necessaria. "Dobbiamo valutare, conosciamo bene la procedura", si è limitato a dire il senatore di Forza Italia, componente del Comitato parlamentare per la messa in stato d'accusa. Il provvedimento può essere impugnato dal 25% dei parlamentari, entro dieci giorni dalla trasmissione dei documenti ai presidenti di Camera e Senato. L'Esercito di Silvio al Quirinale - Domani alle ore 18 "abbiamo deciso di portare una rappresentanza dell'Esercito di Silvio davanti al Quirinale per chiedere con forza che Napolitano ora dica la verità!". Lo annuncia Simone Furlan che chiede anche al Capo dello Stato "di ricevere una nostra delegazione per ascoltare le istanze di quel popolo da lui totalmente ignorato". 

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