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Quei cinque minuti segreti tra Renzi e il Cav

Matteo Renzi e Silvio Berlusconi

simone cerroni
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Continua il risiko per le poltrone di Palazzo Chigi. Non c'è solo l'economia. Nella formazione della squadra di governo, Matteo Renzi deve affrontare anche il nodo giustizia. Un tema toccato al termine delle consultazioni di mercoledì 19 febbraio con la dichiarazione del leader del Pd di voler affrontare la questione a luglio. In realtà la questione è stata affrontata dal leader del Pd con il Cavaliere, sia dal punto di vista di una riforma, che per quanto riguarda la poltrona. Secondo alcune indiscrezioni del sito Lettera43.it i due avrebbero avuto cinque minuti di faccia a faccia, dietro le quinte, a termine delle consultazioni svoltesi davanti alle telecamere. Quei 5 minuti - Un faccia a faccia dove il Cavaliere avrebbe espresso tutta la sua disponibilità a non rallentare l'azione di governo e non mettere i bastoni tra le ruote all'ex sindaco di Firenze. Il tutto però in cambio di due richieste: giustizia e par condicio. “È una posizione delicata su cui Berlusconi ha chiesto rassicurazioni al neo premier, garantendogli in cambio piena disponibilità a proseguire sul terreno delle riforme costituzionali”, ha confermato a Lettera43.it una fonte renziana. “Quindi è chiaro che Matteo, pur nella sua totale autonomia, non metterà in quel posto un nome sgradito al Cavaliere”.  I possibili nomi - Ormai la linea di Forza Italia è chiara: “Collaborerà col nuovo governo, ma resta all'opposizione”. Ma Silvio ha un debole per il dicastero che ha in sede in via Arenula, fin qui occupato dalla Cancellieri.  Dal Pd arrivano due proposte: Dario Franceschini e un tecnico il cui nome è ancora coperto. Ma nel tardo pomeriggio è rimbalzato nei palazzi anche il nome di Luciano Violante. L'ex magistrato, noto per esser intervenuto in difesa del Cavaliere sulla retroattività della legge Severino, sarebbe un volto gradito ai forzisti, ma non avrebbe l'appoggio del partito democratico. Un possibile punto di raccordo infine si potrebbe invece trovare nella figura di Giovanni Maria Flick. Nell'ultime ore ha ripreso anche quota l'ipotesi Alfano, che però non ne vuole sapere di traslocare dal Viminale per tornare alla Giustizia. 

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